I Queen tornano in studio...
Dopo anni di sound pseudo-rock, batteria elettrica e sintetizzatori, i Queen si rimettono al lavoro per ottenere un risultato che avrebbe risvegliato la potenza commerciale del gruppo senza però riavviare l'originalità artistica di un tempo. Nonostante ciò Freddie e gli altri riescono in qualche modo a sfruttare quegli strumenti e quelle sonorità acquistate negli anni '70 (vedi "Friends Will Be Friends") così da soddisfare almeno in parte le richieste dei fan. L'album A Kind of Magic fu concepito per essere "semplicemente" la colonna sonora del film "Highlander", ma i Queen non vollero limitarsi alla stesura di una tracklist interamente costruita sulla funzione cinematografica, motivo per cui si cercò di enfatizzare al massimo le atmosfere fino a renderle solenni ("Who Wants to Live Forever"), oppure ad imitare il rock-parodia di una volta con lo sfrenato Pop rock di "It's a Kind of Magic". Quindi la recensione di questo semi-capolavoro non raggiunge toni dispregiativi ma si sofferma a definirlo in modo insolito: A Kind of Magic è un grande sforzo dei Queen che ha lo scopo di riportare le antiche glorie di A Night at the Opera e del Live Killers in chiave anni '80. Sappiamo quindi che in parte ci sono riusciti, in parte no...ma ora passiamo ad un'osservazione dettagliata di alcuni brani rappresentativi in questa specie di magia:
One Vision, la Back in Black dei Queen
Il pezzo si presenta in modo insolito, si può ascoltare infatti una frase non definita incisa al contrario che termina con un'azzeccata introduzione in stile "preparatevi, lo spettacolo inizia", è così che il gruppo riapre le danze, con un sipario ed un posto in prima fila...ma sarà davvero una seconda notte all'opera? Bhe...sì, ma non a quei livelli, ineffetti il riff di chitarra all'inizio è molto piacevole, monumentale, espressivo, determinato ma nell'aria echeggia odore di commerciale. Il testo della canzone è chiaramente un riferimento al discorso di Martin L. King, il che dimostra il disinteresse per la trama del film "Highlander" che ritroveremo più avanti. Lo svolgimento del brano è decisamente Rock, la voce di Mercury è un po' sopraffatta dalla parte strumentale ma ci sta...il tema è energico, esortativo ma si conclude in modo un po' deludente: si apre una fase strumentale decisamente inutile di sintetizzatori ed effetti casuali alla chitarra che mandano decisamente a quel paese l'atmosfera AC/DC. "One Vision" è una bella canzone, abbastanza enfatica e pomposa, ma i Queen sono i Queen...
It's a Kind of Magic...il Rock in discoteca
Di fronte ad un simile classico è difficile dare una definizione precisa, un voto pieno ad una simile commedia degli equivoci che scambia il Pop rock per Disco e il Pop per Rock...ragazzi, non ci dimentichiamo che stiamo ascoltando un album dei Queen...genialità o schizofrenia? Vi devo dire che questa canzone mi piace ma sicuramente questo non è Rock...come in tutte le canzoni di Freddie & co. ci sono sempre elementi che ricordano il Rock (come l'onnipresenza di assoli e riff accattivanti) oppure elementi che smentiscono il Rock stesso (cioè quando si trovano elementi Pop nel Rock)...ecco un esempio. Tuttavia i Queen riescono e dare un sound molto piacevole a questa canzone mettendo in moto grande creatività e capacità compositiva. Qui troviamo alcune caratteristiche che descrivono i Queen dal 1980 al 1989 ovvero la presenza dello schiocco di dita (come in "Under Pressure" e "Body Language" entrambi pubblicate nel 1982 ) e la presenza di una base di basso sulla quale si costruisce man mano tutta la canzone (vedi "Dragon Attack" del 1980 oppure "The Invisible Man" del 1989). È dunque un brano tipicamente Queen: tante cose messe insieme, senza logica...ma piace e tanto. Penso che dovremmo prendere esempio da tutto ciò e iniziare a dimenticare l'aspetto tecnico-formale della musica, così si farebbero grandi cose. Per concludere vi dico semplicemente che ineffetti è "una specie di magia", per una persona molto legata al Rock classico lascia a desiderare ma per chi si affida al libero ascolto è uno di quei motivetti che si canticchiano per tutta una settimana senza accorgersene.
Who Wants to Live Forever...
Chi vorrebbe vivere per sempre?... ecco che il tema passa dai trionfi di una chitarra urlante e poco tecnica al tema del film "Highlander". La canzone ha una struttura prevedibile, ma non si può negare la grande forza che la voce di Mercury offre a questa canzone. La parte strumentale è efficente, fa il suo dovere di creare la giusta atmosfera, nel particolare le percussioni sono usate in modo sublime, anche May con la sua Red Special contribuisce in modo ammirevole allo sviluppo di questa orchestra Rock sempre più grande durante l'esecuzione del brano. Probabilmente il giudizio per questo pezzo si conclude con un bivio: per alcuni potrebbe essere un secchio di miele versato addosso, una roba sdolcinata e commerciale, un abuso della grande voce di Freddie Mercury, per altri è uno dei più grandi capolavori del genere Queen, una serenata malinconica e allo stesso tempo trionfante, insomma un pezzo da godere fino a fondo. Ora sta a voi decidere, dopotutto gli ascoltatori più attenti dei Queen sanno che la cosa più difficile quando si ascolta un loro brano è proprio capire il suo significato, la sua vera
Il Dopotutto...
Dopo aver analizzato questi tre brani penso di dover lasciare al lettore il privilegio di dare una propria opinione agli altri pezzi di questo mistico puzzle Pop-rock...quindi prima di concludere vi assicuro che anche le canzoni che non ho descritto seguono lo stesso filo di quelle di cui ho già parlato...a eccezione di "Pain Is So Close to Pleasure" e "One Year of Love", due canzoni dal ritmo abbastanza piacevole (soprattutto nella prima, singolo di poco successo uscito solo in Germania e in altri pochi paesi) e da una sonorità decisamente diversa, parliamo infatti di un Pop molto leggero: questi due pezzi si possono definire come leggere serenate che accompagnano l'ascoltatore dopo l'energia di ritmi ben più movimentati, una semplice pausa "soft-pop"...alquanto insolita in un album Rock che si rispetti.
Il Dunque...
Bell'album, molto Queen, soprattutto molto Brian May e Roger Taylor...peccato che non sia proprio ciò che i loro fan si sarebbero aspettati nel lontano 1979 quando il Live Killers chiuse l'età d'oro dei Queen. Ebbene anche A Kind of Magic con il Magic Tour chiude la grande tournée 1973-1986 in modo trionfale.
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