Dopo lo strepitoso successo dell'esibizione al Rock In Rio (a detta di molti il miglior live dei Queen) e del The Works Tour che ha portato la band in giro per il mondo per oltre due anni, i Queen tornano in studio nel 1985. Il risultato è una perla in ambito rock e pop, nonchè il loro miglior album negli anni '80 (insieme al successivo "The Miracle" del 1989), "A Kind Of Magic", uscito nel 1986. Sei canzoni di "A Kind Of Magic" sono state incluse nella colonna sonora del film Highlander.

Si parte con una canzone che diventerà subito un classico del gruppo, "One Vision", il pezzo rock perfetto dei Queen. La canzone si fa quasi desiderare dall'ascoltatore grazie alle parti iniziali di tastiera, per poi rivelare un riff dalla grande energia rock scaturito dalla chitarra di Brian May. Un brano potente e solare, che presenta, come sempre d'altronde, una prova magnifica di Freddie Mercury.
Alla potenza hard rock di "One Vision" si contrappone la dolce melodia ispirazione funk della title-track. Scritta dal batterista Roger Taylor, la canzone è caratterizzata dall'inconfondibile giro di basso di John Deacon e dei gradevolissimi mini-guitar solo di Brian May. Un altro episodio decisamente ben riuscito.

Dopo le prime due songs, caratterizzate da un'atmosfera decisamente "divertente", si oppone una ballad molto malinconica, "One Year Of Love". Ancora una volta Mercury regala un'ottima prova, ma l'apice di espressività della canzone è raggiunto solo dal solo di sax suonato da Steve Gregory, sassofonista di Alan White degli Yes e Fleetwod Mac.

Segue una canzone più leggera, "Pain Is So Close To Pleasure", ispirata chiaramente a Michael Jackson (grande amico di Freddie Mercury, peraltro) e caratterizzata da un cantato acutissimo in falsetto.
Adesso è il turno di due delle mie canzoni preferite in ambito Queen, le ballads "Friends Will Be Friends" e "Who Wants To Live Forever". La prima, scritta da Deacon, presenta una base musicale pop rock melodico in pieno stile anni '80, e tratta il tema dell'amicizia. La seconda risulta essere il brano più coinvolgente e forse più bello dell'album. L'uso dell'orchestra, i cori, le piccole pause strumentali e il cantato potente ed espressivo di Freddie Mercury rendono questo brano fantastico, ed è quasi impossibile non commuoversi dopo averlo ascoltato.

Di tutt'altro stampo "Gimme The Prize", caratterizzata da un hard rock potente e dal riff tagliente di May. Freddie ci regala la miglior prova dell'album (almeno secondo me) raggiungendo toni altissimi che senza falsetto saranno superati solo da "Innuendo" e "The Show Must Go On". La canzone è impreziosita da un grande guitar solo e l'intermezzo strumentale.
La successiva "Don't Lose Your Head" presenta l'unico calo di tono dell'album. Nella canzone c'è un ritorno dell'elettronica, però non sfruttata molto bene, almeno non come nei pezzi più di successo come "Breakthru" o "The Invisible Man". Un pezzo abbastanza inutile, che abbassa il valore dell'album.
Un coro ci introduce alla gemma finale dell'album, "Princes Of The Universe", che risulta essere strettamente legata a "Gimme The Prize", in quanto presenta lo stesso riff. La canzone riesce ad alternare splendidamente parti dure e cadenzate ad altre più solari e aperte. Molto bello il videoclip girato per la canzone, in cui Freddie Mercury, armato con il suo celebre microfono a mezz'asta, intraprende un duello con il protagonista di Highlander Cristopher Lambert.

E così finisce questo "A Kind Of Magic", un'opera completa, un viaggio attraverso numerosi generi musicali, un album che ogni rocker e non deve far assolutamente suo.

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