Dopo ben 7 dischi, tutti meravigliosi, nel pieno stile Queen, e forse un po' più influenzati dai Led Zeppelin rispetto i successivi, ecco il primo live album della rock band britannica, secondo un sondaggio di quest'anno votato come miglior gruppo di sempre.

Due dischi, inizialmente prodotti in vinile, che ci presentano i Queen come non li avevamo mai visti (anzi sentiti). Il disco viene registrato live nei concerti, e rappresenta un miscuglio di varie esibizioni della band in tutta Europa per questo tour promozionale del precedente album "Jazz". Due dischi che ci presentano una band più genuina, più heavy e che fa partecipare il pubblico mandando in delirio tutti i presenti.

Il primo cd inizia con una versione di "We Will Rock You" un po' più "intensa" rispetto alla versione da studio (registrata con il vecchio pavimento in assi di legno in una chiesa). Da subito, infatti, la musica ci trascina, e lo fa ancora di più il pubblico in delirio in sottofondo. Subito dopo abbiamo una serie di esecuzioni perfette di "Death On Two Legs" e "Let Me Entertain You". Dalla track 4 si parte con delle esecuzioni molto belle, anche se ridotte rispetto alle esecuzioni in studio di "Killer Queen", "Biyicle Race" e "You're My Best Friend", ma che comunque non fanno scendere il livello dell'album. A compensare, però, abbiamo 8 minuti e 42 di una bella quanto innovativa esecuzione di "Now I'm Here" con un Freddie che fa cantare il pubblico (se ascoltate l'album a palla in una stanza vi mettete a cantare anche voi gli "esercizi vocali" che ci presenta il vocalist, ma questa è un'altra storia).

Dalla track 10 il buon vecchio Brian May, come sempre in forma, prende in mano una chitarra acustica e una dodici corde, trasportandoci con la sua dolcezza assieme a Freddie Mercury. Dopo una splendida "Dreamer's Ball", infatti, Veniamo catapultati nella splendida esecuzione, sia strumentale, sia vocale, di "Love Of My Life", a mio avviso una delle più belle canzoni d'amore e la più dolce in assoluto, che in questa esecuzione live accompagnata da una chitarra acustica viene valorizzata ancora di più, trasportandoci in una a atmosfera rilassante e... semplicemente meravigliosa. Alla fine di questo vero e proprio capolavoro, Brian May incita il pubblico descrivendo gli altri membri, per prepararci ad una bellissima esecuzione di "'39", che questa volta viene cantata da Freddie invece che da Brian, ma che rimane una bellissima canzone, non potrebbe essere diversamente con un cantante come Mercury. Il primo disco termina con un bella esecuzione abbastanza heavy di "Keep Yourself Alive", giusto per riportarci ai Queen dei primi albori.

Inseriamo il secondo disco e via... Si parte con una "Don't Stop Me Now", con un nuovo assolo di chitarra o meglio di Red Special. "Spread Your Wings", impeccabile come sempre, ci prepara ad una bellissima "Brighton Rock" di ben 12 minuti, ma che comunque non annoia, anzi la rossa speciale di May ci fa esaltare con il suo guitar solo, assieme a Roger Taylor con un assolo di batteria niente male. La traccia numero 4 èquella che il pubblico stava aspettando, dall'album "A Night At The Opera", infatti, il pianoforte di Mercury ci presenta la sempre emozionante "Bohemien Rhapsody".

Nel "Live Killers", al contrario del "Live Magic" si sente la parte registrata che serve molto ad aumentare l'attesa dell'assolo di May, che trascina il pubblico in un'ovazione bellissima. Un altro po' di heavy con "Tie Your Mother Down" e "Sheer Heart Attack" e il concerto termina con le classiche "We Will Rock You" e "We Are The Champions" sempre belle ed emozionanti, ad ogni esecuzione. Un finale da ovazione con "God Save The Queen" e possiamo mettere a posto il cd, ben contenti di aver conosciuto un altro lato della rock band inglese che ha fatto la storia.

Nella recensione sono stati esaltati maggiormente Freddie Mercury e Brian May, in quanto più "presenti", ma non bisogna sottovalutare, anzi il contrario, l'esecuzione di Jhon Deacon e Roger Taylor, che lavorando dietro le quinte partecipano alla buona riuscita dell'album e del concerto.

26 giugno 1979, disco di platino in Inghilterra e Germania e 2 negli Stati Uniti.

 

 

 

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