Come chiudere in bellezza un decennio prolifico dopo ben sette dischi favolosi? Ovviamente con un grande live album. "Live Killers" è un po' il "Made In Japan" delle quattro vecchie signore, ovvero un live grezzo, diretto e potente, lontano anni luce dai palchi lunghi venti metri e dalle ventimila telecamere di "Live At Wembley", diretta testimonianza del periodo d'oro dei Queen, prima della lenta ascesa nel mondo del pop/rock di massa (anche se il sottoscritto non disdegna nessun disco della band).

Il temporale campionato di "Dead On Time" (vedi "Jazz") introduce la versione fast di "We Will Rock You", eseguita in modo impeccabile, quindi il consueto saluto al pubblico ed ecco la tiratissima "Let Me Entertain You", sempre da "Jazz", in versione ancora più aggressiva che su disco, diretta testimonianza di un disco molto sottovalutato, penalizzato da una produzione non sempre all'altezza.

Si prosegue con la più pacata "Death On Two Legs", direttamente da "A Night At The Opera", altro grande brano eseguito in modo perfetto.
Da qui abbiamo una veloce discesa verso uno dei punti chiave del primo disco, ovvero "Now I'm Here". Si passa per il medley "Killer Queen/Bicycle Race/I'm In Love With My Car" (la seconda leggermente più debole rispetto alla versione album, la terza cantata come in originale da Roger Taylor), la schizofrenica "Get Down, Make Love" e la dolce "You're My Best Friend".
"Now I'm Here" è divisa come di consueto in due tronconi, solo che qui non vi è ancora "Dragon Attack" a riempire il buco, ma una lunga improvvisazione di Freddie e il pubblico, completamente partecipe, completamente coinvolto. Quindi ecco la parte finale della canzone ed il momento acustico, che tanto piaceva ai Queen. Si parte con "Dreamer's Ball", simpatico brano di "Jazz" dove si può apprezzare a pieno la sensualità della voce di Freddie.
Peccato che il brano viene subito dimenticato quando sopraggiunge "Love Of My Life", forse nella sua versione live migliore (dopotutto fu estratta come singolo all'epoca), e possiamo dire con certezza che questo è il momento migliore dei due dischi.
Brian presenta al pubblico Roger, John e Freddie, e proprio nel pieno dell'ovazione al vocalist parte una eccezionale "'39", cantata dallo stesso Freddie. Probabilmente il brano è più adatto alla sottile voce di Brian, ma anche in questa sede live si fa apprezzare. Finito il momento "calmo", si torna indietro nel 1973, alle battute di "Keep Yourself Alive", altro pezzo che vale gran parte del disco. Il primo cd è finito in modo devastante, ma la voglia di inserire il secondo è fortissima.

Il disco si apre con il trittico "Don't Stop Me Now/Spread Your Wings/Brighton Rock", tre pezzi eseguiti con una furia ed una precisione tali da indurre l'ascoltatore a prendere i rispettivi album ed usarli come sottobicchieri alle feste.
Nel mezzo di "Brighton Rock" troviamo il consueto guitar solo di Brian e un assolo di batteria di Roger, non troppo interessante ma nemmeno noioso.
Attimi di quiete con "Bohemian Rhapsody", eseguita senza infamia e senza lode, per poi tornare a sonorità più heavy con "Tie Your Mother Down/Sheer Heart Attack". Peccato che verso le tracce finali le prestazioni vocali di Freddie comincino a mancare (soprattutto in "Sheer Heart Attack"), essendo un collage di live da tutto il tour, mi sarei aspettato qualcosa in più. A chiudere ci pensano "We Will Rock You" e "We Are The Champions", sulle quali è inutile spendere parole. Il disco è finito, le calme note di "God Save The Queen", intonata dal pubblico entusiasta, ci accompagnano alla fine, fino al dissolversi della registrazione. Facendoci desiderare di ascoltare ancora il disco da capo.

Senza dubbio è il miglior live album della band, almeno tra quelli ufficiali. Stranamente, nonostante le vendite, Roger non ha mai gradito il disco, criticando la produzione "non all'altezza dei Queen". In effetti non è un suono pulitissimo e il volume risulta anche abbastanza basso, ma è pur sempre una registrazione del 1979. Probabilmente si poteva fare di più, ma probabilmente il suo essere "grezzo" lo valorizza maggiormente.

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