È il 1977. Il Punk suona le campane a morto per il Rock e per i loro interpreti, e, per dirla alla Malcolm McLaren, i giovani e sensuali killer sono i Sex Pistols. Per le band che fino ad allora avevano dettato legge sembra arrivato il momento di passare il testimone, il saper suonare sembra diventato superfluo, in fondo basta un giro di do per costruire un canzone.

A queste provocazioni la Regina del rock britannico risponde con un lavoro pieno di energia e idee nuove, riscrivendo quelli che fino ad allora erano stai i cliche della sua musica, cioè produzioni musicali maniacali, abbinati ad uno stile decandente, virando verso tonalità piu hardrock. L'inizio del platter è da antologia, la summa di quello che verrà definito in seguito arena-rock, sto parlando del binomio "We Will Rock you"-"We Are The Champions", due pezzi che si completano a vicenda e che costitiuranno di li in poi il climax del live-act del combo britannico. Il primo, un vero martello nel genere, dimostra come la band anche con una semplice percussione di un asse di legno accompagnato dal battito delle mani riesca sempre a esprimere concetti musicali originali e anticonformisti; eccellente il riff finale. Il secondo, tra le canzoni piu famose di tutti i tempi, e ripresa per tutti grandi successi sportivi , è una potente rock song, come solo Freddie sapeva scrivere, in cui il gruppo si auto celebra, gridando al mondo (ma piu realisticamente alla critica musicale mai tenera con i Nostri) che sono loro i campioni del mondo.

Dopo un inizio cosi sarebbe lecito aspettarsi un livello compositivo inferiore, ma la band ci sorprende ancora con un brano tesissimo, "Sheer Heart Attack", in stile quasi punk, tanto che un critico del tempo defini una versione lusso dei sex pistols. Per la quarta traccia dell'album, "All Dead All Dead", Freddie declina la leadvocal in favore di brian, per una ballata triste in cui il registro vocale del chitarrista risulta in perfetta sintonia. Un altro punto a favore di questo lavoro è la condivisione delle responsabilità compositive tratutti i membri, infatti anche Deacon ci mette la zampata, e che zampata, con una delle rockballad piu belle dell'intera discografia della Regina, ma anche di tutti i seventies, mi riferisco alla immensa "Spread Your Wings", con un Freddie eccellente come al solito al cantoe un Brian che con il suo "ferro" disegna accordi e riff perfetti. Da sottolineare il magnifico finale ad libitum. Infine segnalo la versione live del brano sul doppio live-killers. Chiude il lato A un funk rock molto aggressivo, "Fight From The Inside" scritto cantato ed eseguito da Roger, ottimi anche in queto episodio i riff motlo "elettrici".

Il lato B, purtoppo inizia con un brano che io non amo molto, si tratta di "Get Down Make Love", esperimento di Freddie che si potrebe definire pop-psichedelico, di cui francamente avrei fatto a meno, ma che verrà riproposto dalla band in tutti i successivi gig. Per nostra fortuna ci pensa subito il buon vecchio Brian a far salire nuovamente la temperatura del disco, con una bella song, "Sleeping On The Sidewalk" degna di Clapton in presa diretta, a conferma di una svolta al livello di arrangiamento e produzione a cui ho accennato inizialmente. Nona track è "Who Needs You", canzone in stile caraibico, basata sulla chitarra acustica suonata da Deacon, che be è anche l'autore, e delle maracas agitate da Freddie. Non passera alla storia, ma rappresenta un ottime filler, anche in considerazione dei due ultimi capolavori che precede. Il primo, "it's Late" di May, è uno stupendo hardrock, di chiara matrice zeppeliniana, in cui c'e proprio di tutto: bicorde distorto, accenno di tapping nella parte centrale e cori magnifici e potentissimi. Un vero capolovaro del genere, peccato non esistano molte testimonianze live di questo brano, che sarebbe potuto diventare uno dei classici inni alla Queen.

La chiusura di questo stupendo viaggio musicale è affidato all'estro del leader del gruppo, che tira fuori dal cilindro una ballata blues degna dei migliori singer neri, e con una prestazione al piano davvero "melanconica". Non posso, quindi, che consigliare a tutti questo disco, soprattutto a chi ama i Queen pionieri del anthemrock.

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