1° Novembre 1974 : Puro attacco di cuore!!
Dopo due dischi di discreto successo, intrisi di personaggi fiabeschi ed echi oscuri, ecco che i Queen cambiano decisamente rotta con 'Sheer Heart Attack', gettando le basi del rock e dello stile queeniano che renderà il gruppo famoso in tutto il mondo!
Un’opera completa, matura, che segna una svolta per quanto riguarda la concezione dei brani e lo sviluppo delle tematiche ad essi legate, ricca di quegli spunti che verranno ripresi dal gruppo inglese negli anni a seguire. Si parte forte già dalla prima traccia, che ci porta direttamente ad un’allegra fiera britannica, in cui i bambini schiamazzano felici e qualcuno intona fischiettando un simpatico motivetto, mentre sale pian piano il riff accattivante di Brian… “Brighton Rock” è senza alcun dubbio un’ampia dimostrazione della bravura solistica di Brian May - in questo caso superbo – offrendo una performance da brivido, in cui la Red Special sembra dialogare con se stessa, in cui le melodie disegnate abilmente da Brian si intrecciano e si incastrano in modo sublime! Esaltante! Ottimo Roger Taylor.
Più tranquilla e delicata “Killer Queen” - straordinario come sempre Freddie – di cui i cori vertiginosi e la distorsione nel finale (effetto tipico dei Queen) rendono questo pezzo un’autentica ed assoluta perla glam. La consueta prova vocale di Taylor, “Tenement Funster”, è più convincente delle precedenti, merito di una parte strumentale più curata ed incisiva. Che dire poi di “Flick Of The Wrist” ? Chitarra miagolante, cambi di ritmo repentini, rilassante ed intensa… Semplicemente splendida. E ancora Freddie, che si supera in “Lily Of The Valley” in cui la sua voce diventa altissima ed irrangiungibile, quasi angelica!
Subito un cambio di registro, decisamente più rock, con la bella “Now I’m Here”, in cui trova ampio spazio Brian May (ancora una volta splendido il riff iniziale, copiato successivamente da molti altri artisti) e Freddie che sembra giocare a nascondino con l’ascoltatore! La traccia successiva invece parte con un bell’urlo da parte di qualcuno del coro (che goduria questi cori!) ed un pianoforte incalzante, sfociando nella voce distorta e abbassata di Freddie, che fa un effetto stranissimo… Sicuramente “In The Laps Of The Gods” è un pezzo atipico, ma interessante.
Come “Stone Cold Crazy”, rabbioso precursore dell’heavy metal (ancora una volta May!). Arrivati a questo punto, preferisco saltare il breve intermezzo “Dear Friends” per passare all’allegra composizione di John Deacon, “Misfire”, un’autentica dose di spensieratezza! Dopodiché i Queen si mettono frac e guanti bianchi e ci riportano negli anni ’30 con "Bring Back That Leroy Brown”, folle ma deliziosa! Brian May dopodichè vuole cantare e lo fa con “She Makes Me”, rendendosi un po’ noioso e malinconico, ma il pezzo è supportato da una batteria maestosa e lontana. Il disco si chiude in bellezza con “In The Laps Of The Gods… Revisited”, autentico inno liberatorio, affidandoci alle mani degli Dei.
Che album! Assolutamente impedibile e da rivalutare come uno dei vertici della produzione queeniana. Magnifico!!
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