Un capolavoro! Anzi, CA-PO-LA-VO-RO! Questo è IL disco degli anni ?80 (e non solo..)
Ecco, la recensione è bella che fatta. Troppo breve dite? Beh, ma che bisogno c?è di parole di fronte ad un disco del genere?! Soprattutto se, come temo, nessuna parola o aggettivo sebbene scelti con la massima cura, possano rendere anche solo un briciolo delle sensazioni, delle magnificenza di queste 15 tracce? Che in realtà sono 10, sapientemente legate da mini-breaks, talvolta solo cantati/narrati, talvolta strumentali, che non sono ? si badi bene ? dei banali riempidisco, ma legano mirabilmente le songs, rendendo il lavoro un tutt?uno e avvicendo l?ascoltatore nell?immergersi della trama narrata nei 60 minuti circa della durata del cd. A suo tempo definito efficacemente dalla critica ?il The Wall dell?heavy metal?, Operation Mindrime è l?apice assoluto della carriera del quintetto di Seattle (ben prima che Seattle divenisse nota a tutti sulla scia emotiva dei nirvana e del giunge che verrà?). Certo, non ha nè potrebbe avere la valenza storica e l?importanza dell?illustrissimo termine di paragone. Ma?. Ascoltare per credere i magici duetti delle chitarre di DeGarmo e Wilton, la inimitabile, semplicemente straordinaria voce di mister Geoff Tate, un lirismo che avvince, adducendo a problemi realissimi (le lotte di potere, e la corruzione della classe politica, la schiavitù del dio dollaro e quella della droga..) per mettere in piedi la rappresentazione della (tentata) rivoluzione di Mr. X ?..Eradicate the fascist, revolution will grow!?.

 Un disco che ha letteralmente fatto scuola, portando il rock ?pesante? al di fuori dei soliti schemi mentali, e della ristretta cerchia del classico metallaro urlante tutto borchie e catene?(vero manowa..li?) tanto da far coniare la spassosa definizione di ?metallo pensante? e dei Queensryche come di una band colta, e dal personalissimo hm mutante ed evoluto. La semplice verità, è che con il loro sound (e forse più ancora con il precedente e sorprendente ? x il metalmaniac medio - Rage for order) i Ryche hanno preso il metal e l?hanno traghettato da dove stava (e cioè dai Maiden, metallica & co.) verso il futuro, ovvero verso gruppi ?di confine? (vedi i Fates Warning di APSOG, per es.). Non è un caso che anche Steve Harris abbia sempre citato OM come uno dei dischi epocali per il genere, o se gli stessi Dream Theater ? invero non proprio accostabili da un unto di vista strettamente musicale ? abbiano spesso citato il gruppo di Tate come degli autentici maestri, onorati di essere spesso citati accanto a loro.


Dall?incedere marziale dell?intro strumentale Anarchy-X fino alla conclusiva Eyes of a stranger è un susseguirsi di grandi songs, con poche (quasi nessuna) pause e con un crescendo che culmina nella splendida The Mission e nei 10 mintui della cangiante Suite Sister Mary, dove la voce di Tate prende il volo dipingendo squarci di pathos e di grande drammaticità espressiva, doppiato dalla controparte femminile Pamela Moore/Sister Mary. Grande, grande, grande!
Da avere. E da riascoltare all?infinito.

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