I Queensryche nel 1988 hanno scritto un disco che probabilmente ha cambiato la storia dell'heavy metal!

"Operation: Mindcrime" sembra infatti portare il metal verso una teatralità piuttosto inusuale per il genere tant'è che molti lo considerano addirittura il primo germoglio di quello che verrà poi definito progressive metal. Giusto o no? Beh, diciamo che ci sono delle considerazioni da fare! L'album è un concept e la sua struttura ne risente in maniera non indifferente! Un'omogeneità quasi operistica, un certo filo conduttore lega le canzoni in maniera sapiente e intelligente! E poi vengono utilizzate soluzioni abbastanza inconsuete per il genere metal: intermezzi dal sound particolare, spesso a far da tramite o a legare un episodio ad un altro, parti di tastiera che creano stacchi sinfonici che possono spiazzare l'ascoltatore più tradizionalista... Ma le sonorità base del disco sono ancora in pieno stile heavy metal anni '80. Parlare di prog-metal mi sembra eccessivo; non potremmo mai dire "esiste il progressive metal" finché nel 1992 i Dream Theater otterranno il grande successo con "Images And Words" ma non c'è dubbio che si sta muovendo qualcosa e qualche elemento progressive qua e là c'è.

L'intro vocale "I Remember Now" ci introduce perfettamente nell'atmosfera del concept, seguita da un altro intermezzo dal nome "Anarchy-X" dove un leggero sottofondo di tastiere fa compagnia molto bene al lavoro delle chitarre introducendoci molto bene nel vivo dell'opera... poi quattro brani potenti, diretti e immediati in chiaro stile heavy metal classico, con i riff e gli assoli di chitarra in primo piano insieme alla voce potente e determinata del superbo Geoff Tate, che merita sicuramente un posto importante fra le voci dell'heavy metal! Più tenui e molto vivaci le prime due, "Revolution Calling" e "Operation: Mindcrime", con uno stile più vicino all'hard rock; più ritmate e veloci, in classico stile Iron Maiden, le altre due, "Speak" e "Spreading The Disease". Il lato più progressive emerge sicuramente nelle due tracce successive. Prima "The Mission" con delicati arpeggi di chitarra a fare da anticamera e da intermezzo che si alternano con riff più spinti accompagnati dalle tastiere. E la successiva "Suite Sister Mary" è un capolavoro a sè stante: si alternano cori epici, parti di tastiera molto classicheggianti, arpeggi di chitarra molto delicati e parti più heavy dando origine ad una mini-suite che non avrà seguito nella discografia della band. Poi altro brano veloce forsennato qual è "The Needle Lies" e poi l'oscuro intermezzo "Electric Requiem". Ed ecco altri due brani in perfetto stile hard & heavy, "Breaking The Silence" e "I Don't Believe In Love". Altri due intermezzi ci conducono al gran finale. Prima "Waiting For 22" con un bell'arpeggio di chitarra a cui si sovrappone un assolo, poi "My Empty Room" con un delicato arpeggio sovrastato dal ticchettio di un orologio a creare un'atmosfera decisamente inquietante. E poi gran finale con "Eyes Of A Stranger" aperta da un'intro di tastiera sempre molto sinfonicheggiante per dare spazio poi alla vivacità delle chitarre e della voce di Geoff.

Ciò che resta dell'ascolto è l'impressione di aver ascoltato davvero una pietra miliare! Il metal si sta portando su nuovi lidi e ha trovato nuovi modi per dire qualcosa. Un disco sicuramente diretto e in grado di colpire al primo impatto ma assolutamente particolare nel suo stile e in grado di regalare sorprese. Non fatevi seghe mentali su come definirlo, direi che la parola va solamente alla musica perché solo con la musica gli aggettivi si possono esprimere, non con le parole!

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