Quentin Tarantino è la quintessenza del cinema, un genio dell'arte visiva, il sinonimo di cinefilia, uno sceneggiatore originalissimo, ma soprattutto un provocatore. Il suo cinema divide da sempre pubblico e critica; di solito si dice "Tarantino lo ami o lo odi", è vero, ma vi è un elemento nel suo cinema che riesce a catturare tutti in maniera unanime.
Quentin Tarantino ti colpisce! Come un bel cazzotto allo stomaco... non importa se tu in quel momento stai disprezzando il film o lo stai amando, il cazzotto ti arriva, e non lo puoi evitare.. per quanto un critico lo possa odiare non può far finta di nulla... quello che si trova davanti è sempre un prodotto di stile, di qualità quasi eccelsa, di elementi incriticabili. Penso che a infastidire i detrattori di questo pazzo genio sia il citazionismo estremo (scambiato erroneamente per mancanza di originalità) e l'ironia con cui viene trattata la violenza (non capisco come ci si possa scandalizzare di fronte a tanta violenza trattata con così geniale umorismo.. non capisco). Questo nulla toglie al fatto che in questo scialbo calderone di film di nuova generazione, Tarantino riesce sempre a tirar fuori qualcosa che fa la differenza; un cinema citazionistico ma allo stesso tempo molto più originale di tanti film pseudo-originali e milioni di sequel e remake senza idee (il cinema di Tarantino è un cinema che si nutre di cinema, ed è bello, bellissimo per questo), ed il cazzotto mi è arrivato anche stavolta.. bello forte! (e che goduria!)
Dieci lunghi anni di progettazione, una sceneggiatura così ricca che se Tarantino avesse aggiunto tutto nel film ci saremmo trovati di fronte ad un opera di 240 minuti, invece ci dobbiamo accontentare di 153 scarsi (per fortuna non ha diviso il film in due opere come fece per "Kill Bill" altrimenti sarei passato dalla parte dei detrattori). Un decennio di preparazione, fiumi di parole scritte, sequenze che gli frullavano nella testa da così tanto tempo.. ed il risultato non poteva che essere stupefacente.
Per renderci conto del ritorno di Tarantino non servono neanche le immagini, bastano infatti i titoli di testa, con colonna sonora da spaghetti western, per farti tremare. Già dalle prime immagini ci troviamo di fronte ad un opera più matura, ad un cinema d'autore di tutto rispetto; un campo lungo su una campagna di periferia nella Francia occupata dai nazisti, un uomo taglia la legna con la sua accetta ed una donna fa il bucato... un ambiente calmo, pacato, insolito per un film di Tarantino, che qui si fa riconoscere più che altro dalle sue stupende inquadrature (si potrebbe esporre ogni fotogramma del film in un museo d'arte). L'idillio viene bruscamente interrotto dall'arrivo dei soldati nazisti, il tutto narrato con le stupende musiche di Ennio Morricone. Tarantino dilata i tempi, crea un profilo dei personaggi facendo parlare solo le immagini, per un attimo si sfiora la poesia, è tutto perfetto... ma la specialità di Quentin sono i dialoghi e la violenza fumettistica; ecco quindi assistere ad una delle scene d'apertura più belle ed intense della storia del cinema; un magistrale Christoph Waltz nei panni di un colonnello nazista si lancia in un lungo dialogo con il proprietario della fattoria, potenziale traditore che potrebbe nascondere ebrei in casa sua. Il dialogo, apparentemente pacato, gentile, di fronte ad un bicchiere di latte e una pipa, è di una tensione emotiva che stravolge, il monologo sui ratti, i giochi sugli accenti diversi, l'atmosfera pacata che si trasforma in tragedia.. il miglior Tarantino di sempre! Il prezzo del biglietto è stato ripagato da queste scene iniziali. Figuriamoci il resto.
Oltre due ore del solito mix tarantiniano, qui più pregevole e autoriale rispetto al passato: spaghetti western, melodramma, commedia, azione, citazioni, un frullato di cinefilia all'ennesima potenza. L'aspetto delle citazioni in questa nuova pellicola è stato trattato meno sfacciatamente, ci sono una marea di rimandi cinematografici ma inseriti in maniera meno sfacciata e fine a se stessa, Tarantino si dimostra meno "ladro di pizze" e riesce a camuffare bene i suoi "furti" che io considero geniali (la follia cinefila di Tarantino la si può capire nel modo in cui una citazione presa da uno Z-Movie diventa nelle sue mani una scena capolavoro. .. è amore puro e maniacale per il cinema, è passione, è tutto tranne che mancanza di originalità, come spesso vogliono farci credere. "Bastardi Senza Gloria" è un film di un originalità pazzesca... e poi basta con questa storia del rubare! Tutti rubano, Tarantino lo fa con amore, talento e originalità, lui è il cinema) anche il film di Enzo G. Castellari (da cui è stato tratto il titolo del film) viene stravolto, diventando più un omaggio che un Remake, datosi che le trame sono quasi completamente diverse. L'elemento più potente del cinema Tarantiniano è senza ombra di dubbio il cast, qui mai stato così azzeccato! Forse Brad Pitt (nonostante sia stato bravo) sfigura un po' rispetto agli altri bastardi... ma per Christoph Walz ci vorrebbe immediatamente un oscar come miglior attore. Come fu per il compianto Bill Carradine, Tarantino ripesca un attore a fine carriera (finito un po' nel dimenticatoio) rilanciandolo alla grande, troppo alla grande! L'interpretazione del colonnello Nazista Hans Landa è a dir poco strabiliante, mi domando come faccia Tarantino a tirare fuori il meglio dai suoi attori, in ogni film! La risposta ce la da lo stesso Walz "Quando lessi la sceneggiatura di Bastardi Senza Gloria non riuscivo a capire... poi mi vidi tutti i film di Tarantino, rilessi lo script e questa volta capii perfettamente le sue idee.. ero entrato nel suo mondo" ecco.. penso che bisogna entrare nel suo folle cervello per diventare un personaggio geniale in un suo film. Spero vivamente che Walz possa portarsi a casa la meritata statuetta d'oro (indimenticabile!).
Il film ha una struttura simile a quella di "Kill Bill" diventando così un autocitazione (non troppo eccessiva), la storia è divisa in capitoli, i personaggi vengono raccontati attraverso schede descrittive (fermo immagine con la scritta del nome del personaggio) e addirittura si sentono alcuni accompagnamenti sonori tratti da Kill Bill. La colonna sonora meriterebbe una recensione a parte, da Ennio Morricone a "Cat People" di David Bowie, una gioia per le orecchie. Devo ammettere che di fronte alle scene in cui la proprietaria del cinema si prepara per la sua vendetta con il sottofondo di "Cat People" mi sono quasi sentito male! Inquadrature da museo dell'arte, primi piani incantevoli, un crescendo emotivo degno del miglior cinema di sempre. Preparatevi quindi ad un overdose di humour e violenza (anche se qui marcata un po' meno) che vi esalteranno fino ad impazzire. Tarantino nel finale gioca su un idea non originale ma efficacissima, il cinema nel cinema! La sequenza finale in cui la violenza più cattiva si svolge in un cinema funziona alla perfezione.. perché nel cinema può accadere di tutto.. puoi anche permetterti di fare cose che nella realtà (in quella realtà) sarebbero state impossibili, un finale che ci riporta bambini e ci fa divertire da pazzi, la soddisfazione di vedere un ebreo che prende a coltellate un nazista (incidendogli la svastica sulla fronte con il coltello da caccia) è una soddisfazione indescrivibile, non tanto per ideologie politiche, ma per il fatto che ci divertiamo a vedere i libri di storia capovolti, e Tarantino lo fa con humour, con poesia, con cattiveria estrema ma allo stesso tempo esorcizzata dal concetto di base (accadendo in un cinema diventa tutto surreale ). Quando ti trovi di fronte ad un opera dove la musica è eccelsa, le inquadrature sono opere d'arte, il cast è da oscar, il montaggio è perfetto, il regista è una cineteca vivente, c'è solo un termine: Un lavoro fatto ad arte, perfetto. Traduzione: un capolavoro.
I detrattori di Tarantino hanno fatto l'acido, sono fuori moda, dovrebbero andare in pensione.
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