Contiene spoiler e non è una recensione.
Rendo grazie a Tarantino per avermi donato il suo Cinema.
Lo ringrazio perché da molti anni ogni sua uscita è un evento che mi riempie il cuore. Perché ogni suo lavoro è una dichiarazione di amore per il cinema, perché i miei occhi vengono illuminati dalla sua creazione.
La trama... Ma è importante la trama? Tarantino riscrive la storia rigirandola, cambia tutto. Lo fece con Hitler, massacrato dentro un cinema francese. E dire che ancora oggi c'è chi non ha compreso il senso di quella scena epocale. Lo rifà oggi con il massacro di Cielo Drive e con i fottuti hippy di Manson. Riserva piccole parti a grandissimi attori e a leggende. Chi altro si può permettere cose simili? Perché Tarantino è Tarantino.
Realizza il suo film più toccante, scopre un lato inedito di sé stesso. L'età avanza per tutti, il tempo è una condanna. Il Tempo è Dio, come dicevo parlando di DARK. Oggi Quentin è accasato, sposato, aspetta il suo primogenito. C'era una volta a Hollywood risulta essere la sua opera più matura e intima.
Tarantino non ha inventato il cinema postmoderno ma l'ha portato a paradigma, a stile di vita, alla rivoluzione della cultura popolare. Tarantino cita Corbucci ("Il secondo miglior regista di spaghetti western al mondo", dice Al Pacino) e Margheriti, che il 99% degli spettatori dei suoi film neanche ha mai sentito nominare. Anche se sempre loro furono omaggiati e citati in Bastardi senza Gloria e Django Unchained. E, se per questo, nemmeno il povero Rick Dalton.
Tarantino è capace di superare sé stesso ad ogni nuovo film. C'era una volta a Hollywood è un'opera definitiva. L'opera omnia del cinema postmoderno. La magna carta della cinematografia.
Tarantino che cita e si auto-cita, senza mai per questo diventare pura e semplice maniera di sé stesso o far credere di non avere più nulla da dire.
Tarantino fa rendere ogni attore come nessuno.
Tarantino procede esteticamente verso qualcosa mai avvenuto. Riproduce un'epoca lontana facendola rivivere nel proprio universo filmico. Personaggi reali e personaggi fittizi, fatti reali e fatti stravolti. Rievoca modi di produrre e fare cinema che non esistono più, come quelli degli Spaghetti Western e del cinema di genere (e non) italiano ed europeo degli anni '50 e '60, dove gli attori stranieri recitavano per poi venire doppiati poco dopo. E dove molti attori americani sul viale del tramonto potevano riscoprirsi e venire riscoperti. Fu così con Lee Van Cleef, un nome su tutti. Perfino Orson Welles, che recitò con il mitico Tomas Milian.
Rende ampissimo omaggio ai feticisti di tutto il mondo.
Rende onore ed esalta, in ogni singolo frame, la bellezza spropositata di Margot Robbie facendo riscoprire a molti la povera Sharon Tate. Rende inquietante come nessuno mai quella comune di ragazze hippy in cui Brad Pitt transita per poco per trovare il suo vecchio amico Bruce Dern.
Rende un pitbull protagonista aggiunto ed eroe.
Fa combattere lo stuntman (altra figura archetipica del cinema tarantiniano) Pitt con Bruce Lee in una scena già cult. Fa andare la Robbie a vedere un film della vera Tate, in cui la magia e l'incanto del cinema raramente sono stati espressi a questo livello.
Fa piangere più volte DiCaprio, facendogli infine usare il lanciafiamme di uno dei film del suo Rick Dalton per fare definitivamente fuori l'ultima hippy rimasta. Ma di che stiamo parlando?
Tarantino è il Cinema. Ed io lo amerò sempre.
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