Trio fiorentino attivo da circa tre anni, i Rabarbari giungono quest’anno al traguardo del full lenght d’esordio con questo “Storie D’Aria”, che segue l’EP d’esordio “Isodi” pubblicato ormai tre anni fa.
Composto da dieci tracce e prodotto e mixato da Samuele Cangi (ex Passogigante ed attualmente membro dei Nothing For Breakfast, altre due band popolari del panorama musicale fiorentino) nei suoi JOJO Studio, “Storie D’Aria” è strutturato come un originale concept album che (come specificato nelle note di copertina, quest’ultima impreziosita dalle splendide e sempre originali illustrazioni di Valentina Raddi) narra di un’ipotetico declassamento del Dio Mercurio a pilota di aereo, come (citazione testuale) “metafora dei nostri giorni fatti di dèi caduti dal potenziale illimitato, costretti a mansioni indesiderate nel nome del progresso”.
Ed è proprio la voce del “Dio Mercurio” (splendidamente interpretato negli intermezzi recitati del disco da Gabriele Zini) che funge da trait d’union tra le tracce del disco, un lavoro compatto e sorprendentemente vario nelle atmosfere, considerando che la formazione capitanata da Luca Giovanni Frosinini (chitarra e voce, coadiuvato dai compagni Duccio Bonciani alle percussioni e Fulvio Ponzio al basso) si produce in arrangiamenti solidi, essenziali ma assolutamente mai banali lungo tutta la durata del disco.
Disco che si apre con uno dei pezzi più incisivi e datati del gruppo (già regolarmente proposto in chiave live da tempo), “Equilibrio”, che nella sua versione studio sfrutta la produzione accorta di Cangi per sfoderare un refrain intenso e corposo, impreziosito dalle liriche di un Frosinini in versione sognante e poetica (“e ogni volta che cerchiamo equilibri camminiamo sospesi su deserti e città”). Una semiballad in crescendo che apre alla perfezione l’opera ed introduce un repentino cambio di atmosfera che porta a “Diego”, prorompente numero latin che sembra saltato fuori direttamente da “Abraxas” e mette subito in chiaro che il viaggio lungo l’opera sarà, seppur con una notevole, coerenza di fondo, un giro sulle montagne russe.
“Lucido”, così come la tagliente chiusura (già dal titolo) “Il curriculum di un fallito” (immaginate un Battisti improvvisamente in fissa col funky), movimenta ulteriormente le acque e tira a lucido il perfetto equilibrio dell’incrocio basso/percussioni, fondamentale nell’impalcatura sonora della band.
“La cicala e la formica”, sia a livello lirico che musicale, si fregia del titolo di numero più particolare ed interessante del lotto, grazie alla debordante prestazione alla chitarra di Frosinini, che dipinge, fa e disfa come il più ispirato dei pittori. “Petso fanchi” rischia nel suo piccolo (ed auguriamoci di no, per carità) di diventare per i Rabarbari quello che fu “Fuori Dal Tunnel” di Caparezza: una feroce invettiva travestita da ficcante superhit estiva (“non pensavo certo di diventar famoso / considerato il fatto che sul palco suono a caso”) ironicamente mette in evidenza un’insospettabile talento da hitmakers per la band fiorentina, che confeziona il perfetto potenziale singolo spaccaspiagge estivo, prendendo contemporaneamente per il culo la tipologia stessa di quel genere di brano.
“Ti rubo un bacio sottovoce” è una fumosa ballad/tributo alla Firenze più bella e sognante, ma sembra uscita dal songbook del Damon Albarn solista di “Everyday Robots”, fondendo due mondi cantautorali che sembrerebbero inconciliabili tra loro. “Tratto da una storia falsa” a livello lirico è il pezzo più feroce del disco: Frosinini, con un registro vocale leggermente più ruvido ed aggressivo del solito, va a colpire senza mezzi termini molto del malcostume tipico dell’Italia di oggi, tra chi va avanti senza merito in vari ambiti (non solo quello musicale) con l’aiuto del papi, e chi proprio da quel pulpito sputa prediche non esattamente in linea con quanto razzolato.
“La Fisa” riprende per qualche istante un frizzante discorso simil-funky per poi lanciarsi in una splendida apertura floydiana nel bridge, e ci introduce alla ballad “Lontano”, tra Nick Drake ed il miglior cantautorato italiano.
Un disco bello, registrato e prodotto perfettamente, creato da artisti che mettono amore in quello che fanno, ed onestà, elemento raramente riscontrabile nel panorama musicale attuale.
Traccia migliore: Tratto da una storia falsa
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