I Radio Moscow fanno tesoro delle esperienze passate, sfornando il disco - in un certo senso - più "estremo" della loro discografia. Il primo "3&3 Qarters" (2004, recentemente ristampato) fu acerbo e monocorde; "Radio Moscow" (2007) si è distinto per personalità in mezzo al calderone revivalista; "Brain Cycles" (2009) è un lavoro maturo e ben equilibrato sotto ogni aspetto: sonorità, songwriting e derive psichedeliche. In "The Great Escape of Leslie Magnafuzz" (2011) ciò che manca in scrittura lo si riacquista in musica: è suono, è uno sbrodolamento continuo di gente a cui piace suonare ed è fatto apposta per chi quei suoni li adora. Se poi ti capita di fischiettare qualche ritornello vuol dire che non è così piatto come potrebbe sembrare di primo acchito.
"The Great Escape of Leslie Magnafuzz" non è il loro disco più bello, ma è il loro disco più figo.
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