Vivi nella spazzatura. Letteralmente.

Sei la stessa sostanza che utilizzi per imballare, distruggere e creare.

Con chi dormi la notte? Cosa acquisti, cosa vendi, cosa rubi.

Confondi il calore della pelle col freddo della plastica, con la fragilità del vetro.

E se uno squarcio di realtà apparisse nel cielo di plastica sopra la tua testa, sapresti quando alzare lo sguardo?

Yorke la scrisse di getto, forse da ubriaco, trovando in seguito buffe molte parole da egli utilizzate. Dopo qualche tempo però, lo stress per registrarla e per interpretarla fu tale che numerose volte scoppiò in lacrime senza sapere il motivo.

Come se una sorta di messaggio subliminale lo colpisse dritto nel cervello senza preavviso.

Il potere della musica è anche questo. Anche quando ti prende a calci ne apprezzi la spontaneità che ha nei tuoi riguardi.

Avviene con calma e sofferente attesa, il momento in cui dolcemente Fake Plastic Trees ti chiede ciò che tu non vuoi ti sia chiesto.

È amara, ma tu la ami lo stesso. Come ami chi ti fa del male.

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