"Pablo Honey" è l'album di esordio dei Radiohead, una delle band più influenti e innovatrici degli ultimi anni.
L'anno è il 1993 e Thom Yorke, Jonny Greenwood, Ed O'Brien, Colin Greenwood e Phil Selway, fino ad allora conosciuti con il nome di On A Friday, diventano i Radiohead (dal titolo di una canzone dei Talking Heads") ed entrano in studio per pubblicare il loro primo disco. Il risultato è un lavoro un po' acerbo che lascia però intravedere chiaramente il talento indiscusso dei cinque ragazzi di Oxford, che emergerà in tutto il suo splendore con i successivi "The Bends" e "Ok Computer", autentiche perle degli anni '90.
Grezza, giovanile ed emotiva: così può essere descritta a grandi linee questa opera prima trainata dallo straordinario successo della hit "Creep", brano che divenne una sorta di "manifesto" per molti giovani che si riconoscevano nelle amare parole di Thom Yorke ("I'm a creep, I'm a weirdo, What the hell am I doing here? I don't belong here.."), prima appena sussurrate e poi urlate, a rimarcare un disagio interiore qui messo in evidenza da un amore non ricambiato. Sulla stessa linea anche l'acustica "Thinking About You", brano estremamente malinconico e struggente e "Vegetable", con un violento ritornello che rompe la quiete ed esprime al meglio la frustrazione della protagonista, vittima di violenze domestiche.
A completare l'elenco dei brani più interessanti l'esperimento punk di "How Do You?", l'appassionato ed energico tributo alla chitarra "Anyone Can Play Guitar" e "Stop Whispering". Ad ascoltare oggi "Pablo Honey", si faticherebbe non poco ad associare i suoi creatori a quelli di "Hail To The Thief": un percorso, quello dei Radiohead, che li ha visti in continua evoluzione, mai fossilizzati su di uno stile che avrebbe garantito loro il successo, ma sempre alla ricerca di nuove sperimentazioni.
Un percorso che comunque, senza passare per il pop-rock tutt'altro che banale di questo loro esordio, molto probabilmente non sarebbe stato lo stesso.
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