L'ho riascoltato attentamente, ho cercato di comprenderlo e ho capito una cosa: "The King Of Limbs" è l'album più sottovalutato dei Radiohead, e forse uno dei migliori.
Ad un passo dall'uscita di un loro nuovo ipotetico album, che dovrebbe arrivare entro la fine dell'anno, son ritornato nel 2011 per immergermi dentro le cupe periferie del seguito di "In Rainbows"... vediamo cosa è successo.
Parte l'album con "Bloom", un introduzione di piano magnifica, seguita da ritmi elettronici complessi e coesi tra loro. Arriva la voce di Thom più oscura del solito, si fa avanti per 5 minuti di composizione, i ritmi accompagnano la voce, danno forza alla canzone e più significato.
La seconda traccia è intitolata "Morning Mr. Magpie", più frenetica rispetto all'introduzione, con la chitarra che fa da capo per tutta la durata, qui la voce di Thom rimane leggermente cupa e chiusa rispetto al ritmo della canzone. Il tutto è seguito da "Little By Little", un' ottima composizione che forse tra le tutte è quella più elaborata e vivace.
Feral mi ricorda molto "Pulk/Pull Revolving Doors", dell'album "Amnesiac". Ne è uscito fuori uno strumentale magnifico e grezzo in certi sensi, che risulta perfetto per chiudere il lato uno di The King Of Limbs.
Ed è qui che come inizio del lato due entra "Lotus Flower", la più famosa di tutta l'album, quella più accessibile, la più ascoltabile fino al primo impatto, la voce di Thom qui rende molto bene, composizione fondamentale dell'album con ottimi dettagli sonori.
Si rientra nella fase oscura con "Codex" e "Give Up The Ghost", il primo è un brano suonato con il piano, molto pacato che porta con sè alcune radici di "Pyramid Song", ma con più essenzialità. Mentre "Give Up The Ghost" risulta la più debole di tutto l'album, fortunatamente entra in scena la chitarra acustica che dà più personalità alla canzone.
"Separator" chiude il vortice nero di "The King Of Limbs" con tranquillità e bellezza, tornando sullo stile di "Morning Mr. Magpie" ma con più stile.
Inoltre, volendo, potete aggiungere al disco le ben fatte "The Daily Mail" e "Staircase", pubblicate in singolo dopo l'uscita dell'album. Se fossero state inserite sul disco, una nella facciata 1, l'altra nella 2, "The King Of Limbs" avrebbe reso ancora di più di come lo è adesso.
Vorrei concludere dicendo che io, per primo, non ho per niente apprezzato l'album ai tempi, colpa di un ascolto freddo e veloce sicuramente, resta il fatto che secondo me è un degno ma sottovalutatissimo successore di "In Rainbows": se quello del 2007 era un' esplosione di colori questo è il limbo più assoluto, ma hanno una cosa in comune, la tecnica e la professionalità che i Radiohead hanno affrontato negli ultimi anni. Tecnica e professionalità rese ancora più caratterizzate con il Live "From The Basement", di cui consiglio la visione o l'ascolto.
Vi ringrazio se avete letto tutta la recensione e se l'avete apprezzata o meno, ho quindici anni, quindi sto un pò alle prime armi, grazie e buona navigazione!
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