Attendere anni per sentire una voce crea strane sensazioni. E' uno stato di ansia, ma è anche stranamente piacevole.
Soprattutto, è impagabile l'emozione che suscita, alla fine, trovarsi di fronte al nuovo cd, pronti per ascoltarlo. C'è la paura di rimanere delusi, c'è la fretta infantile di sentirlo tutto e subito, senza che passino i minuti che invece necessita la metabolizzazione delle nuove canzoni. Poi parte la prima traccia e per un attimo il tempo si ferma e senti dentro il brivido del ricordo. Puoi avvertire l'esatta sensazione che ti diede il primo ascolto di quella voce e respirare, tutti insieme, i colori di un tempo passato ma ancora incredibilmente dentro di te.
E' la forza evocativa che solo certe voci possiedono. E' la magia che possiede la voce di Raffaella Destefano, che con i Madreblu aveva portato in Italia, sul finire degli anni novanta, un Pop con la P maiuscola. Semplice, ma mai banale. Intenso, ma mai esagerato. Musica di cui il pregio principale era il prezioso senso di "equilibrio", come infatti si intitolava l'ultimo loro album, datato 2004.
E' bello e davvero emozionante ritrovare Raffaella in stato di grazia, nel presentarci se stessa e il suo mondo di sensazioni universali attraverso queste nuove dieci canzoni. Dieci pillole d'intensa eleganza sorrette da quell'unica, calda e inconfondibile voce.
E ancora una volta le sue canzoni riescono a raggiungere il mirabile e arduo bilanciamento tra sobrietà e ricercatezza, senza mai cadere nella mediocrità dell'ordinario.
Raffaella possiede l'eccezionale capacità di scrivere delle grandi canzoni pop, dote assai rara in Italia, dove troppo spesso si confonde il pop con il radiofonico.
Personalmente, ho già messo "Filologica" nello scaffale "musica di valore" e spero, con questa recensione, di aver fatto in modo che altre persone possano apprezzare questo piccolo gioiello.
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