Il seguito dell'acclamatissimo primo album omonimo vede la luce nel 1996, a 4 anni di distanza dall'esordio. Già dalla copertina si può capire come i RATM, invece di svendersi e farsi stritolare dall'industria musicale, siano rimasti sulle loro (radicali) posizioni: un ragazzo con capelli biondi e occhi azzurri vestito da Superman con una "e" sul petto; il titolo, invece, cita una frase dell'ex presidente statunitense Ronald Regan, che così ("Impero del male") definiva l'Unione Sovietica.

Musicalmente, tra i 3 album dei RATM, questo è quello che apprezzo di meno: il primo e "The Battle of Los Angeles" erano molto rockeggianti e immediati; questo invece, nonostante l'inalterata durezza e compattezza del suono, risulta più ripetitivo nelle strutture ritmiche e più vicino al rap. Morello, con la sua chitarra, ci da un perfetto saggio delle sue abilità con gli effetti, ma tralascia gli anthemici riff hard-rock che rendono gli altri album delle vere bombe esplosive. Sugli scudi anche le prestazioni di Brad Wilk alla batteria e di Tim Bob al basso, anche se colui che più di tutti lascia il segno è sicuramente Zack de la Rocha, incazzato come sempre e anche più del solito, che con la sua voce declamatoria e urlata, parla di tutto ciò che andava male nel mondo, dallo sfruttamento al capitalismo, al sogno americano ormai in frantumi.

L'album si apre con "People of the Sun", un breve brano che era stato già eseguito nel tour del primo album. Il testo parla dello sfruttamento dei popoli dell'America latina, un tema caro a Zack perchè anche lui è di origini latino-americane. Segue un altro classico del gruppo, "Bulls on Parade", un brano dall'andamento medio-lento, ma dalle improvvise impennate hard. Come sempre ottimo lavoro di Morello (basta sentire l'assolo-scratch) e di Zack, che urla come un dannato nel finale della canzone. Lo stesso canovaccio si ripete anche in "Vietnow", che prsenta una parte centrale molto lenta e cadenzata, caratterizzata da una frase pessimistica di Zack, "Is all tha world jails and churches?". Se pensate che ormai Morello non vi possa più stupire vi sbagliate: nei primi 40 secondi di "Revolver" cava fuori dalla sua chitarra dei suoni strabilianti, vagamente psichedelici, per poi ributtarsi nel solito assalto frontale. "Revolver" è un altro capolavoro dell'album, in cui dalle strofe appena sussurrate si passa a un terremotante ritornello in cui Zack parla della violenza domestica subita dalle donne da parte dei loro mariti ("Hey revolver, don't mothers make Good fathers? Revolver").

La batteria introduce "Snakecharmer", un altro brano veloce e diretto, in cui si consiglia sarcasticamente a mettere da parte gli ideali e pensare solo a servire, "So Have No Illusion Boy, Vomit Up All Ideals And Serve, Sleep And Wake, And Serve, Don't Think Just Wake And Serve". "Tire Me" ha un andamento quasi hardcore ed è dedicata alla memoria di Jackie Onassis, indimenticata moglie di J.F. Kennedy, morta 2 anni prima della pubblicazione dell'album. Un altro brano cardine dell'album è "Down Rodeo", lungo pezzo che varia varie volte di umore e velocità, in cui questa volta Morello sembra simulare il suono di un synth, dallo splendido ritornello, "These people ain't seen a brown skin man, Since their grandparents bought one". Un giro di basso, il solito incredibile suono di Morello e la voce stridula di Zack dominano "Without a Face", con un ritornello nel solito stile RATM, veloce e senza compromessi. In "Wind Below" si criticano da un lato la NAFTA, l'accordo economico nordamericano, definito "Tha New Disaster", e il mondo dell'informazione (ABCe NBC) e dell'intrattenimento (Disney). L'impero del male ci circonda con le sue bugie e con l'asservimento culturale e mediatico. In coda all'album troviamo "Roll Right", con percussioni latineggianti e "Year of tha Boomerang", che come l'opener è un brano già noto, perchè si trovava nel primo demo del gruppo, e che tratta il tema del carcere e della pena di morte.

In definitiva l'album meno vario e coinvolgente di Morello & Co. se paragonato agli altri 2, ma sempre un ottimo album in confronto ad altre produzioni crossover.

VOTO = 7  

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