Il momento prima del pranzo è un momento cruciale della giornata.

Qualsiasi cosa tu stia facendo, la metti necessariamente da parte. E succede che, dopo aver concluso che anche stamattina con lo studio non ho risolto un cazzo, chiudo i libri e mi faccio trasportare dagli odori culinari privenienti dalla cucina. Ma spesso, o il più delle volte, capita che a risvegliare i miei istinti da ippopotamo affamato sia la sigla iniziale di Don Matteo, che tutti conoscerete. La sensazione è che quel meraviglioso tratto musicale sia legato in qualche modo alla mia voglia di cibo. Capita sovente, quindi, che all'ascolto di tale orgasmo sonoro il mio stomaco cominci a brontolare. E dopo tanti anni il motivo non te lo chiedi più, riconosci il tutto dalla prima nota e ti fiondi in cucina come un disperato.

'Ma come fa Terence Hill a 70 anni suonati a girare in bicicletta come se niente fosse', mi chiedo mentre faccio fatica anche ad aprire il frigorifero. Sembra che il tempo sia passato per tutti tranne che per lui, penso tra me e me. E ne deduco ogni volta che forse la scelta di passare da membro di una delle più grandi coppie del cinema col compianto Bud, di cui la ferita è ancora aperta, al prete di Gubbio che gira qua e la a pedalare, forse non è stata delle più felici. Ma quanto è bello rivedere ancora in televisione uno degli eroi della mia infanzia?

Sembra che col tempo, effettivamente, l'idea di un investigatore fan di San Pietro non fosse più così di facile presa verso il pubblico. Ed è forse a quel punto che qualche genio decise di proiettare in Don Matteo ('Don Babbeo', per mio fratello) un po di UPAS (per i neofiti, 'Un posto al sole'). E nascono così dal nulla ridicole ma di facile presa storie di vita quotidiana, tra cui il Capitano che vuole che la figlia del maresciallo Antonini, interpretato a mio dire ottimamente da Nino Frassica, gliela molli, per non parlare della sorella di David Guetta, googolare per credere, che interpreta la donna di paese dalla vocina insopportabile e dalla personalità di un anguria, sposata col fratello scemo di brontolo.

Ma è nella solita chilometrica predica finale del nostro prete di fiducia che capisco perchè Don Matteo è il primo programma nella storia della televisione in cui Terence Hill non viene doppiato ma parla con la sua voce originale: una suono soporifero fuoriesce dalla sua bocca, più efficace di un tranquillante, che rischia di anticiparmi l'abbiocco delle 3 e mezza del pomeriggio a un paio d'ore prima, col rischio di farmi fare testa e piatto di pasta e lenticchie. Ed è mentre la figlia del maresciallo da l'ennesimo palo nel culo al capitano che mi chiedo il motivo per cui in una cittadina di merda come Gubbio la gente sia così incazzata da compiere un omicidio al giorno, e sopratutto di come faccia padre Matteo ad andare in bicicletta con una tunica così lunga senza che il vestito gli si infili tra le ruote facendo così un capitombolo mondiale e finendo col muso sul duomo. Ma immagino siano domande senza risposta, come chiedersi l'utilità del DeContrasto.

Finisco spesso col pensarci, e mi fa una strana sensazione ricordare che fino a qualche mese fa a risvegliare i miei istinti voraci era Antonella Clerici con la prova del cuoco, e di quanto avrei voluto lanciare il piatto dalla finestra durante l'ascolto improvviso di quell'irritantissima sigla. Ed è li che la mia percezione delle cose cambia radicalmente... Ma quanto è una ficata Don Matteo?

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