Questo album è un album rap. E proprio per il motivo che è un rap molto maturo vorrei che questa recensione la leggesse proprio chi è prevenuto nei confronti di questo genere musicale.
Purtroppo in giro di spazzatura ne gira tantissima e spesso è proprio questa ad avere la maggiore visibilità.
Questo album non dico che potrebbe piacere proprio a chi odia il genere in se, ma potrebbe fargli capire che il rap non è solo ignoranza e lamentele sterili, non è arroganza fine a se stessa, ma è una delle tre componenti dell'hip-hop, una Cultura vera e propria figlia dell'alienazione, alienazione che è il lato oscuro della globalizzazione che caratterizza il nostro tempo.
Raige è uno dei rapper più promettenti della nuova scuola, viene da Alpignano, in provincia di Torino, e le sue liriche sono un motivo valido per non suicidarsi, vi do la mia parola. Unica pecca del suo rap è forse la sua tecnica a tratti barocca ed esasperata, ma mai sgradevole. Forse a tutti coloro che spesso bollano il rap come musica commerciale e vuota è necessario far notare che questo ragazzo fa l'operaio e mentre dava forma al disco era alle prese con un lavoro che lo teneva via 17 ore al giorno, eppure è riuscito a mettere la propria anima in ogni singolo verso delle 16 tracce.
Per quanto riguarda l'album in sè è meglio cominciare dall'intro, che è una vera e propria dichiarazione di poetica dell'MC.
In questa traccia per prima cosa Raige si scaglia contro la situazione del rap in italia, in particolare si lamenta del fatto che tutti vogliono farlo, e siccome nel 90% dei casi partoriscono lavori molto scadenti, alimentano la false credenze ed i pregiudizi su questo genere musicale. Si scaglia contro la realtà rap in Italia e la descrive come "l'era dei papponi tutti coi pistoloni e col pam-pam" (club dogo? truceclan?) ma i versi chiave sono quelli che chiudono il pezzo:
"mi fa strano il vizio delle troie con la bamba a nolo
e mi fa strano il marcio dentro l'uomo il calcio a ogni valore
e le risse, che se per caso non le hai viste sei un provinciale,
io sono Alex, parlo del mio, dell'abbraccio di Dio
e l'ultimo bacio dato a mio padre
non ho vissuto le strade, in senso letterale
parto d'Alpignano e finisco a Secondigliano"
l'altra traccia chiave è la title track: Tora-ki. Il titolo è preso da una leggenda giapponese, la leggenda della tigre dagli occhi di giada. In pratica questa tigre era protettrice dell'umanità ma era cieca, mentre proteggeva gli esseri umani già desiderava la vista e alla fine cede alla tentazione ma appena guadagna la vista ecco che comincia a cacciare coloro che prima proteggeva.
Qui riporto le parole di Raige stesso in un intervista:
"Questo pezzo è nato come poesia. Tora-Ki è la traduzione di questa parte della vita mia e della mia famiglia. Serve a ricordare, prima di tutto a me stesso, che tutto ciò che conta lo abbiamo già; che è venuto il momento di lasciar perdere le cose materiali (gli occhi di giada ndr) e di tenersi stretti i veri valori (l'energia della tigre ndr)".
Le altre tracce significative sono sicuramente "Mai" che a mio avviso è una vera e propria poesia, con versi come: "oggi il tempo è seta che ti scorre sopra il seno se non fosse che premo, per vederlo scivolare giù" che personalmente trovo stupendi. Altra traccia significativa è "Hey Pa" dedicata al padre morto, in cui Raige mette veramente a nudo la propria intimità, e a quanto pare è un testo che ha scritto in primo luogo sopratutto per se stesso. "L'unica" è un altro pezzo di una qualità altissima, tecnicamente sorprendente e sono bellissimi gli intermezzi in scratch di dj Tsura. Ma la canzone che liricamente colpisce di più oltre a Tora-Ki è "Ora dormi", che non voglio descrivere rischiando di rovinarla.
Per quanto riguarda le produzioni sinceramente non apprezzo molto le basi di Zonta (il produttore) che trovo un po' old school anche se sono molto curate. Apprezzo moltissimo invece i lavori di dj Tsura, dj Shocca e dj Rockdrive.
Per concludere è un album di un rap maturo fatto veramente con il cuore da un ragazzo che si allontana molto dagli stereotipi del genere e che ha tanto dentro l'anima da condividere.
"Le mie sono storie marginali, bellissime storie marginali. Storie che per questa volta escono dal buio. Questo è il loro album. Un album di "eroi per caso" trovati e persi nell'inspiegabile fluire del destino. I miei protagonisti sono persone silenziose, che nell'ombra vivono esperienze di coraggiosa semplicità."
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