Difficilmente gruppi validi concludono la loro collaborazione in maniera così eccellente. I Japan ne sono l'esempio, nel 1983 esce il loro primo ed unico "live" nel bel mezzo di una oramai annunciata  separazione che li porterà  a intraprendere carriere soliste. In un sogno tormentato, Oil On Canvas si trasformerà in un battito di ali pronto ad enucleare il meglio da Gentlemen Take Polaroids e Tin Drum. Nel 1974 David Sylvian (David Batt) con il fratello Steve Jansen, Richard Barbieri, Mick Karn, formano i Japan, dopo anni di gavetta nel 1978 esce il loro primo acerbo Album, nel frattempo Sylvian trascorre tanto tempo in Giappone dove conosce Sakamoto e nasce l'amore per la musica orientale piena di raffinatezza e ricerca interiore, fino ad arrivare alla piena maturità nel 1984 e nonché capolinea con l'ultima uscita "Exorcising Ghosts". Ma Sylvian inizierà a percorrere una straordinaria strada solitaria donandoci già nel 1984 un endocardio "Brilliant Trees".

Trovo che Oil On Canvas sia la prova tangibile dell'originalità perché è riuscito ad esaltare quelle qualità precedentemente nascoste, un'alchimia dove le quindici  tracce colorate scivolano via come l'olio su tela di canapa e la voce dal vivo di Sylvian è perfetta e leggiadra come un soffio di vento. Tastiere, flauti, basso, sax, violini, violoncello, percussioni sono una miscelazione suggestiva di battiti strumentali elettronici e acustici, amalgama indubbiamente perfetta di canzoni trasparenti come l'acqua di una sorgente incontaminata. Onnipresenti richiami di Cina e Giappone in un panorama occidentale.

"Oil On Canvas" (traccia inedita) le note del piano per 1.25 secondi scivolano nella più profonda utopia - "Sons Of Pioneers" in primo piano le percussioni randellano qualsiasi strumento che tenta di intromettersi, mentre la voce sostenuta si manifesta apertamente come in un convegno popolare - "Gentlemen Take Polaroids" frizzanti e sostenuti gli strumenti in una nenia gutturale e creativa - "Swing" traccia fantastica, ricerca sperimentale di suoni e vocalizzazione che disegnano una linea di identità personale, il sax è da urlo - "Cantonese Boy" richiami strumentali nipponici che affascinano e galleggiano in un mondo di porcellana - "Vision Of China" danza arabo-cinese, strepitose percussioni finali afro-orientali  ritmo mai sentito - "Ghosts" straordinariamente inquietanti, impalpabili, spettrali sintetizzatori e un sax solitario e furtivo... quando penso di aver vinto su tutto avendo buttato giù qualsiasi porta per una vita eterna, i fantasmi della mia vita si ripresentano ancora più inquietanti soffiando nel mio cuore turbato - "Voices Raised In Welcome, Hands Held In Prayer" (traccia inedita) in un giro, giro tondo i bimbi si tengono per mano pronunziando una preghiera segreta - "Nightporter" brano di un'incalcolabile raffinatezza ed eleganza, danza dolorosa e combattiva ma sempre composta - "Still Life In Mobile Homes" ricca e variegata strofa a ritornello con cori evocativi giapponesi e di assoli di Yuka Fujii, accompagnati da flauti, chitarra e percussioni - "Methods Of Dance" che dire di questa traccia, candida, ricercata, elegante, unica - "Quiet Life" il ritmo iniziale mi ricorda un gruppo famoso indovinate quale... - "The Art Of Parties" strumenti e voci stridulate - "Canton" traccia strumentale, ipnotiche melodie cinesi - "Temple Of Dawn"(traccia inedita) 1. 45 secondi di sporadici battiti conclusivi

Un'opera d'arte musicale di rara bellezza con la capacità di rimanere eternamente incorniciata nella storia della Musica

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