Il disco Long Live Rock N' Roll e il suo successivo tour di supporto, avevano portato ai Rainbow, la band "voluta e creata" da Ritchie Blackmore, fama e successo. A volte però, non bastano la fama e i soldi per appianare i contrasti tra componenti. E questo succede anche con i Rainbow. I rapporti tra l'elfo Ronnie James Dio e Ritchie Blackmore all'epoca erano molto tesi, ma si rivelarono apertamente durante la tourneé giapponese. In un hotel, infatti, Ritchie Blackmore fa le bizze e litiga con Ronnie davanti a una cinquantina di fans imbarazzati. Inoltre Ritchie spingeva per modificare il sound verso sonorità più hard blues, cosa malvista da Dio che, dal canto suo vorrebbe mantenere il classico soundo epico dei Rainbow. Ma l'Arcobaleno è una "creatura" di Ritchie e quindi spetta al chitarrista inglese l'ultima parola. Album nuovo, rivoluzione di line-up: al posto di Daisley e Stone arrivano il bravissimo Don Airey alle tastiere e il grande Roger Glover al basso (compagno di Ritchie nei Purple). Alla batteria viene confermato Cozy Powell. Al posto di Dio viene "assunto" l'ottimo cantante hard-blues Graham Bonnett, dotato di una voce molto calda. Con questa line-up il gruppo pubblica, nel 1979, il cd DOWN TO EARTH

Si inizia con "ALL NIGHT LONG", brano suonato con la solita classe e maestria, ma che non lascia particolari tracce, se non per l'ottima prima prova di Bonnet, il quale fa ben sperare per il proseguo del cd. Nell'attività live del gruppo, questa canzone sostituirà "KILL THE KING" nel ruolo di opening-track. All traccia numero due troviamo "EYES OF THE WORLD" uno dei brani che più ricorda l'era Dio, e anche uno dei migliori. Il suono misterioso delle tastiere di Airey ci introducono il pezzo, che si snoda poi in un un gran ritmo di Powell e in una grande prestazione vocale di Bonnett. Da segnalare l'ottimo assolo di Blackmore, che sembra particolarmente ispirato. Si passa a "NO TIME TO LOSE" canzone molto diretta e orecchiabile (questa canzone mostra in modo chiaro su quali territori si stavano muovendo i Rainbow), condotta da un gran riff di Blackmore e dai pazzeschi lavori di Glover in base ritimca insieme a Cozy Powell. Alla numero quattro troviamo "MAKIN' LOVE" pezzo molto soffice e delicato dotato di un ritornello molto orecchiabile. Molto bravo Ritchie che con la sua chitarra, accompagna molto delicatamente questo brano dominato dalla voce di Bonnett, che si trova molto a suo agio in questo genere di canzoni. La seconda facciata si apre con l'hit (scritta da Russ Ballard) "SINCE YOU BEEN GONE", canzone che mostra il nuovo corso preso dai Rainbow, improntato sull'easy-listening. Non che questo sia però un difetto. La canzone infatti è trascinata da un azzeccatissimo riff di Blackmore (riff che tutti, bene o male abbiamo ascoltato) e dalla voce di Bonnett. Ottimo anche l'assolo sul finale della canzone da parte del Man In Black. Questa canzone diventerà, con il passare del tempo, come la vera Hit-single (insieme a "I Surrender", scritta sempre da Ballard) del gruppo. Altro punto cruciale del disco è il blues-melodico di "LOVE'S NO FRIEND". Magistrale la prova di Bonnett e ottimo il lavoro di Airey alle tastiere. Blackmore qui sfodera un assolo molto coinvolgente e riuscito, facendo di "Love's No Friend" uno dei brani più belli e intensi del disco.
Con le ultime due tracce i Rainbow ci riportano verso sonorità più hard. Il primo pezzo, "DANGER ZONE" si snoda su un riff roccioso e spigoloso di Blackmore. Il ritmo sostenuto dalla sezione ritmica è veloce e coinvolgente, e dà a questa canzone un piglio decisamente spedito. Bravissimo Bonnett e da segnalare un bell'assolo di Blackmore, che dimostra di essere sempre in formissima. Si chiude con il pezzo migliore dell'album. I Rainbow accelerano e ci regalano una track straordinaria, molto veloce e trascinante, "LOST IN HOLLYWOOD". Il brano inizia con una figura batteristica di Powell (grande lavoro del Cozy in questa canzone) il quale lascia poi spazio ad un grandissimo riff di Blackmore. Ottimo il cantato e il lavoro di Airey e Glover al basso e tastiere. Nel cambio i Rainbow, prima ci propongono un bellissimo assolo di tastiera di Airey, poi Blackmore mette il turbo e tira fuori un assolo molto "sanguinario", sicuramente il migliore di tutto l'album. Bravissimo anche Bonnett che dimostra di saperci fare anche con le canzoni più speed.

Un cd che probabilmente vi farà strocere il naso se siete fan dell'era Dio. Ma non dovete (almeno a mio parere) fare troppi paragoni con gli album con Ronnie. Questa è tutta un'altra storia. Una storia che comunque, anche dopo ripetuti ascolti, non vi deludera'.

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