Correva l'anno 1974 e Ritchie Blackmore, lo storico chitarrista dei DEEP PURPLE decide di mollare la band per dar sfogo alle sue aspirazioni medievali-rinascimentali. Ingaggia gli Elf di Ronnie James Dio e incide un primo lp. Ritchie non soddisfatto del risultato (ma il cd in realtà è molto bello), decide di licenziare in blocco l'ex formazione e assolda il bravissimo Cozy Powell dietro le pelli e due buoni professionisti come il tastierista Tony Carey e il bassista Jimmy Bain. Nel 1976 viene alla luce RISING, un capolavoro condensato in 34 minuti di grande musica. Gli arrangiamenti orchestrali, la voce di Ronnie Dio, la chitarra di Blackmore ci fanno volare in mondi fantastici e in cieli leggendari. Da allora, niente sarà più come prima.

Pronti via, si parte con l'opener "TAROT WOMAN"; un'assolo di tastiera introduce questa bellissima canzone, dove la voce del bravissimo Ronnie James Dio si eleva fino alle stelle, supportato da una ritimca granitica di Cozy e dal buon lavoro di Carey. Ritchie dimostra subito di essere ispirato: riff travolgente e un bellissimo assolo. Si prosegue con "RUN WITH THE WOLF" blues dal piglio molto deciso e heavy. "STARSTRUCK" si snoda su un ritmo in terzine del sempre bravo Powell. Molto accattivante e veloce, rimane impressa nella mente dell'ascoltatore dal primo ascolto. "DO YOU CLOSE YOUR EYES" è il punto più basso dell'album (non che sia brutta). Una canzone molto semplice e diretta basata sulla performance vocale di Dio, veramente di grande livello.

Si arriva così al capolavoro dell'album e, forse, dell'intera carriera Rainbow. Eh sì, "STARGAZER" non ha bisogno di molti commenti... Introdotta da un mini-assolo di Powell la canzone si snoda su un riff maestoso e molto barocco. Qui la voce di Dio vola veramente alto (che performance ragazzi!), aiutato dalle tastiere veramente magiche di Carey. E poteva mancare un assolo del Man In Black? Assolutamente no. Ritchie infatti tira fuori un assolo veramente indescrivibile, molto epico e travolgente, che ci fa volare con la mente veramente verso l'Arcobaleno...

Un discorso a parte merita sicuramente il testo della canzone. Scritto da Dio e da Blackmore, parla della storia di un mago che promette al suo popolo di portarli in un'altro mondo, una stella. Per compiere questo dev'essere costruita una torre di pietra per far volare il mago. Il popolo esegue, costruendo la torre. Arrivati al momento fatidico, quando il mago si arrampica e arriva in cima alla costruzione lo stregone spicca il volo ma cade sul terreno e muore. La gente, vedendo persa l'unica cosa a cui credevano si lascia abbandonare allo scoramento più totale: "Now Where Do We Go?", recitano gli ultimi versi del testo. Il disco chiude alla grande con "A LIGHT IN THE BLACK" terremotante cavalcata finale. Powell qui srotola un tappeto ritimico irresistibile, incentrato tutto sulla sua doppia cassa, dove Ritchie e Carey si scambiano continui assoli di chitarra e tastiera, conducendo dei veri e propri duelli.

Il primo capitolo della saga dell'Arcobaleno è concluso. Non ne rimarrete delusi.

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