Rake, ovvero un'esplosione di creatività. I Rake fanno un bel minestrone di musica (con un filo di olio d'oliva) e lo danno in pasto a noi audaci e coraggiosi ascoltatori, che però come bambini molto spesso non apprezziamo le proprietà nutritive di frutta e verdura. E allora buttiamo nel cesso patatine fritte, cotolette e carni che colano di grasso e per una volta gustiamo il sapore genuino di verze, patate e fagioli. Voglio dire non intimoriamoci davanti a questi ottantuno (le tracce di quest'album) ingredienti vegetali, a volte un po' amari, ma che sappiamo essere un toccasana per la nostra salute; lasciamo che questa musica pulisca la nostra mente dalla banalità come un buon minestrone fa con il nostro intestino.

Ma chi sono i Rake? Sono un gruppo proveniente dalla Virginia fondato nel 1989 da Vinnie Van Go-Go (aka VVGG, aka OASTEM! Jim), Bill Kellum (titolare dell'etichetta VHF), e C-Man (Carl Moller), una banda di pseudo-musicisti senza pudore. Il fatto che il leader del gruppo possieda anche l'etichetta lascia carta bianca allo sviluppo creativo della loro musica. Dopo aver pubblicato una cassetta e poi un album nel 1994, l'anno successivo danno vita a quest'opera maestosa e astrusa. Ma quali sono gli ingredienti di questo minestrone? Innanzitutto bisogna dire che ispiratori spirituali sono i grandi santoni del Krautrock, da quelli più cosmici come Klaus Shultze a quelli più diabolici come i Faust, passando per le sperimentazioni di Can e Guru Guru. Ma se questa è l'ispirazione, l'attitudine è quella free e fuori da ogni schema dei grandi eccentrici del rock. Al rumorismo stile Red Crayola si aggiunge il senso del disordine dei Royal Trux, ma anche il free jazz di Coleman, il jazz-non-so-cosa di Ayler, manipolazioni genetico-sonore degne dei Residents, il noise moderno dei Sonic Youth e quello antico  dell'Ammmusic, ques'ultimo forse il riferimento più evidente. Il sale di questa prelibata pietanza inoltre è l'uso dell'elettronica, anche questa assolutamente free, eseguita specialmente al Moog. Tutto ciò comunque serve solo a dare un'idea di quanto la loro musica sia incurante di ogni riguardo alla regolarità, e ci si può trovare un po' di tutto, compresi serpenti a sonagli e musiche da videogioco.

Tanta improvvisazione dunque, ma anche tantissimi spunti geniali, se nella prima parte ci sono lunghe improvvisazioni, la seconda parte è formata da 75 pezzi da un minuto ciascuno, molto spesso senza soluzione di continuità. A volte dispersivo, a volte diretto, in questo disco troverete tutto e niente. Essenziale per chi vuol capire gli effetti distruttivi di una creatività sbrigliata.

Non abbiate paura, ma apprezzate le proprietà organolettiche di questa musica. Dieta della settimana: Rake a pranzo e cena.

Carico i commenti...  con calma