E' uscito questa settimana il nuovo disco di Rakim, "The Seventh Seal". L'ultimo album risale addirittura a 10 anni fa; il perchè di questo ritardo? Problemi contrattuali con la vecchia label prima, ricerca di nuove sonorità dopo, ma soprattutto lo zampino di quel vecchio affarista steroidato di Dr Dre, che dopo averlo portato su Aftermath (del suo passaggio si ricordano soltanto un paio di apparizioni assolutamente non all'altezza del suo nome) ha fatto di tutto per rendergli difficile praticamente ogni genere di cosa. Tra i due idee opposte e vedute troppo differenti si dice... ma daltronde da mister-lancio-Eminem-50Cent-e-poi-pure-TheGame cosa potevamo aspettarci? E cosi via di stampa sulla propria Ra Records.
Lecito aspettarsi qualcosa di veramente forte dopo l'ultimo mezzoflop "The Master", le pretenziose premesse (si parla di 6 anni di lavoro), e parole come queste, che come tipico del personaggio, notoriamente iper-egocentrico (se non puo permetterselo lui), appaiono tutto meno che modeste : "La cosa più importante per me è mantenere la mia integrità artistica e raggiungere l'elevato standard che mi ha sempre contraddistinto", "io sento la musica in maniera diversa: anche se le basi che mi vengono proposte sono create da grandi produttori, non mi accontento di quelle 'normali'. Non uso quelle su cui la gente si aspetterebbe di sentire un rap. Scelgo invece le basi più intricate, quelle che mi suggeriscono un titolo o uno stato d'animo".
Come tanti curiosi appassionati mi sono fiondato ad ascoltare l'album : salvo il rinomato carisma al mic, lo stile intatto e qualche picco interessante sul finale si tratta di un fallimento unico: produzioni eccessivamente attuali in gran parte non adatte al peso di The Ra, che si snodano tra suoni mtvosi, divagazioni r&b, e scopiazzature quanto mai Timbalandiane (Jake One, Neo Da Matrix, non certo l'elite mondiale dei beatmaker), featuring assolutamente fuori luogo (un nome su tutti la figlia Destiny Griffin), campionamenti dai No Doubt e chi più ne ha più ne metta! Mettiamoci anche una mediocre base fregata all'italiano Bassi Maestro (!) che in poche ore ha smosso l'attuale ambiente italiota [potete leggere sul suo blog l'accaduto (qui il link), la sua rosicata non negherà una gradevole soddisfazione a chi come me non lo ha mai retto].
Beh, piuttosto che l'ennesimo tiepido comeback non era forse meglio evitare e mantenere intatta l'aura da santone, continuando a prendere i ricchi proventi dai dischi con Eric B. godendosi la pensione come hanno già fatto diversi colleghi? Non saprei darmi risposte precise, ma intanto ho rispolverato la mia copia dell'immortale Paid In Full seguita a ruota dal qui trattato debutto solista "The 18th Letter" (1997).
Ben altra storia: i beat del maestro Premier (da inchino l'eccelsa "New York"), Clark Kent (che classe su "Remember That"), e Pete Rock (una gemma il beat di "The Saga Begins"), i samples di Mobb Deep, Public Enemy, Grand Wizard Theodore e l'immancabile James Brown, le autocelebrazioni ("Guess Who's Back"), e l'autocampionamento dai suoi stessi dischi ("It's Been a Long Time"), lo splendido testo di "The Mistery" (Who Is God), i richiami all'Hip Hop che fu. Questo ed altro su The 18th Letter, album significativo, non certo impeccabile (due inutili rmx riempitivi, la dozzinale "Stay A While" e le troppe skit gli valgono "solo" un 4.5), ma del tutto inattaccabile sullo stile perfetto che lo ha contraddistinto sin dai fortunati esordi col socio Eric B. e il flow, impeccabile nel suo leggendario andamento smooth, (su tracce come "When I'm Flowin", e l'elegantissima "Show Me Love" non fa che darne l'ennesima dimostrazione). Appetibile l'altra (e più diffusa) versione doppia contenente "The Book Of Life", una raccolta delle hit targate Eric B. & Rakim.
Intanto Mtv america stila la classifica degli mc migliori di tutti i tempi: ne esce fuori che le marchette Jay Z e Tupac sono rispettivamente il primo e il secondo rapper migliore della storia, Eminem precede gente come Prodigy, LL Cool J, Chuck D, Raekwon! Ok gli interessi, il cash e tutto il resto, ma cosa ne penserà Rakim Allah, lui che con la sua lezione più di tutti ha rivoluzionato il modo di scrivere e rappare, del suo ridicolo quarto posto?
Pump Up The Volume!
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