Ralph May, rinominatosi McTell per amore del blues, è un vero poeta della canzone capace di arricchire con testi di rara sensibilità melodie stupende come quelle di "Nanna's Song", "Clown", "Girl On A Bicycle" ed ovviamente "Streets Of London", uno dei suoi capolavori, non certamente l'unico ma indubbiamente il suo cavallo di battaglia anche se limitarne la carriera a quella sola canzone sarebbe come identificare Ritchie Blackmore con il solo riff di "Smoke On The Water". Dopo aver composto il suo capolavoro nel 1971 con "You Well-Meaning Brought Me Here" la carriera del folksinger inglese prosegue con "Not Till Tomorrow" (1972) che alterna grandissimi exploit ad episodi meramente riempitivi ed "Easy" (1974), divertente e scorrevole anche se un po' leggerino. L'anno successivo è finalmente la volta di un nuovo gran disco riuscito in toto, "Streets...", un album che fotografa perfettamente l'essenza di questo sottovalutatissimo artista: il suo fascino sobrio, la sua grandissima empatia, la capacità di creare melodie struggenti senza mai scadere nel patetico e nel melenso.
"Streets..." segna, rispetto ai tre album precedenti, un ritorno a sonorità più acustiche ed essenziali, un po' come i suoi albori di fine anni '60, ma con molta più maturità e coesione; si tratta per molti aspetti di un disco autunnale composto da ballate folk sobriamente arrangiate, che tuttavia non risulta mai monotono e ripetitivo, si snoda magistralmente in un armonico susseguirsi di stati d'animo. Apre le danze una rielaborazione di "Streets Of London" a cui viene aggiunto un giro d'armonica e vellutati cori femminili, che ne amplificano ulteriormente l'atmosfera e la magia, ed è l'introduzione ideale per un album che spazia dalle atmosfere blueasy suadenti e raffinate di "You Make Me Feel Good", molto vicina stilisticamente al Gordon Lightfoot di metà anni '70 a quelle più scarne ed intimiste di una stupenda "Red Apple Juice". Non mancano ballate soffici e malinconiche come il walzer di "Grande Affair", meraviglioso connubio di delicatezza e forza emotiva, la dolcezza onirica della conclusiva "Lunar Lullabye" e il romanticismo di "Seeds Of Heaven", uno dei pochi episodi a presentare una significativa ossatura elettrica, da potersi quasi definire una power-ballad con influenze gospel e nemmeno episodi più vivaci come l'uptempo folk "Jenny Taylor Je N'etais La", la spensierata ed ironica "Interest On The Loan", le brillanti atmosfere caraibiche di "El Progresso", ispirata dal calypso di Harry Belafonte ed un'epica "Another Star Ascending (The Boxer)", dedicata a Mohammed Alì ed arricchita da un trascinante controcanto gospel, che è la canzone più vivida ed immediata di "Streets...", quella che riesce a colpire fin da subito.
Un grandissimo valore aggiunto è senza dubbio la voce calda, limpida e serena di Ralph McTell, che nobilita ulteriormente un album maturo e completo, ricco di sensazioni e di calore umano, grandissimo risultato finale che passa anche da alcuni episodi minori ma mai riempitivi, e che va annoverato tra i massimi vertici della produzione di questo mai troppo sottovalutato artista insieme a "You Well-Meaning Brought Me Here" ed al più recente "Sand In Your Shoes", rispetto ai quali è forse meno "appariscente" dal punto di vista stilistico ma non come songwriting e spessore, ovvero le caratteristiche più cruciali ed importanti per un artista come Ralph McTell.
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