In tempi di trilogie fantastiliardarie, poteva il cartoon più fortunato di sempre al botteghino restare a guardare come semplice diade? No di certo. E allora, da tempo annunciato, ecco arrivare il terzo capitolo sull'Ogre verde della Dreamworks. Ero un po' restio all'idea, soprattutto dopo essermi imbattuto negli insopportabili servizi-spot che ci propinano i nostri (ancora più insopportabili) tg nazionalpopolari.

Mi era arrivata la sensazione che fosse un accrocco di gag sconnesse e ruffianamente politically scorrect, realizzato soltanto per battere il ferro finché è ancora caldo. Dopotutto si sa, una volta che la formula è trovata si insiste senza cambiare, anzi pigiando ancora di più su certi tasti. E quindi, prevedibilmente, troppe star al doppiaggio, troppi strombazzamenti, troppo merchandising... troppo!

Avendo però apprezzato i due film precedenti (Shrek è uno dei pochi film il cui secondo episodio è al livello del primo) mi sono lasciato convincere vedere anche questo.

E vi dirò... non ho buttato via i soldi del biglietto. La storia c'è, e ancora una volta gli sceneggiatori della dreamworks si rivelano abili nel manipolare in modo originale e divertente personaggi presi da fiabe, racconti e leggende varie: c'è un capitan Uncino pianista da taverna, Mago Merlino rimodellato sui nevrotici schizzati da new age, e il re Artù giovane sfigato nel college ultra trendy da telefilm americano. Interessante il parallelo tra Shrek, restio a diventare padre (e sovrano di Molto Molto Lontano) perché cosciente delle responsabilità che comporta, e il giovane Artù, che una volta consapevole delle grane che gli riserverà la corona cercherà di sfuggire ai suoi compiti. Divertente che quest'ultimo sia richiamato all'ordine proprio da Shrek. Le tematiche anche ci sono, mescolate nei toni leggeri e scanzonati della brigata fiabesca; questa volta infatti sembra ricorrente la satira sulla tendenza nella società contemporanea ad evitare le responsabilità, di qualsiasi genere siano.

Interessante poi la figura del principe Azzurro, la sua voglia di rivincita nei confronti di Shrek: il suo insistere sul "non è così che doveva andare" rimanda alla frustrazione sempre presente (ma mai così attuale) nell'animo umano verso l'effettiva realtà del proprio vissuto. E alla non accettazione di come veramente si è. L'idea di una rivolta dei "cattivi" guidati dal principe Azzurro è carina, così come la riscossa delle principesse (la cui rappresentazione mi immaginavo molto più becera). I progressi della computergrafica sono spettacolari. Viene da chiedersi se in un futuro non tanto lontano gli attori in carne ed ossa potranno esser sostituiti definitivamente (che sollievo non veder più circolare certe facce!..).

"Shrek Terzo" intrattiene a meraviglia per un'ora e mezzo, e alla fine ti lascia anche qualche contenuto. Certo non è all'altezza dei primi due episodi; vuoi per le dinamiche ormai collaudate (ma anche svelate), vuoi per una certa usurazione dell'umorismo generale, l'Ogre della Dreamworks comincia forse forse a mostrare un po' il fianco. Lo dico perché i momenti veramente comici nel film saranno due o tre, per il resto ti strappa soltanto sorrisi. A livello di trama poi alcuni espedienti sono troppo tirati per le orecchie: le capocciate della regina per buttare giù i muri della prigione sanno troppo di deus ex machina. Lo scambio di corpi tra il Gatto e Ciuchino non è utile alla narrazione, e comunque a livello di comicità poteva essere usato di più e meglio.

Per il resto però è un sequel di tutto rispetto, con una buona preparazione dietro e in grado di aggiungere qualcosa, per quanto poco, a quanto già detto. Di questi tempi se ne fanno anche (e soprattutto) di innecessari, e con molta, molta meno sostanza.

Voto 3,5/5

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