Essendo un fanatico non sfegatato, di più, dei fab-four del punk, ho deciso che questo disco non poteva rimanere ancora per molto senza almeno un parere su Debaser.
Si sta parlando del settimo album dei Ramones, uscito nel 1983, negli anni appena successivi ai primi cinque capolavori, anni che considero di transizione-assestamento e che per me non hanno regalato un altro disco al livello dei sopracitati. I quattro arrivano da "Pleasant Dreams", lavoro precedente di due anni che aveva incassato pareri contrastanti; molti fan si erano lamentati dell'indocilimento della band e non avevano apprezzato la conversione totale al wall of sound spectoriano, che comunque in "End of the Century" aveva funzionato creando un sincretismo unico. E personalmente anche io considero PD uno dei lavori meno esaltanti, pur nella sua leggerezza e purezza di suono.
Con Subterranean la musica cambia, o meglio il sound ri-svolta leggermente verso i toni che tutti conosciamo. Sullo stile ormai collaudatissimo si innesta un impianto che sta volta, pur mantenedendosi in diversi pezzi su toni pop, ha davvero un mixaggio che esalta la potenza graffiante della batteria di Marky e soprattutto il basso di Dee Dee. Per non parlare della copertina da sturbo (chi come me non riusciva a trovare Marky?), una delle migliori della band e che racchiude molta dell'essenza del disco.
Se da un lato quindi il sound riacquista la compattezza e la durezza classiche, melodicamente l'ho trovato riciclato in più di un pezzo ("Somebody Like me", "My My Kind of Girl" e "Psycho Therapy" su tutte, che riecheggiano ben altri capolavori), segno tangibile di un periodo in cui Joey & Co non parevano avere la vena creativa che avevano solitamente (ricordiamoci che con quattro accordi han costruito cinque album uno più bello, e aggiungo diverso, dell'altro). Aggiungiamoci il fatto che di lì a poco Marky avrebbe lasciato per problemi di alcolismo e abbiamo il quadro di una situazione non idilliaca in cui cimentarsi nel comporre musica o scrivere testi. I pezzi degni del loro (cog)nome comunque non mancano; finalmente un Dee Dee che oltre a song-writer si cimenta nel canto (e aggiungo io con discreto successo) regalandoci l'esplosivissima "Time Bomb"; la particolare e grooveggiante "Little Bit O'Soul", la quasi sperimentale (per loro) "Time Has come Today" della durata infinita di ben quattro minuti e venticinque; così come non può mancare un pop-punk demenziale che riporta ai vecchi tempi di cui basta citare il titolo: "Everytime I Eat Vegetables It Makes Me Think Of You". L'allegria di tracce come "Outsider" e la spacconeria da strada di altre come "Highest Trail Above" e "In the Park" completano il tutto, regalandoci sì un lavoro minore ma che se ne esce comunque a testa alta considerando il periodo in cui era la band e la svolta davvero troppo melodica e leggera che stavano prendendo. Non dimentichiamoci che da lì a pochi anni spareranno altri ottimi colpi con lavori come Too Tough to Die e Animal Boy.
Non posso che concludere questa mia digressione con un "Gabba Gabba Hey!" a tutti, e con una ringraziamento a questi quattro pazzoidi che hanno cambiato il modo di farmi intendere la musica.
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