Con questa recensione si dovrebbe concludere la discografia dei Rancid su Debaser.
Dopo il successone di "...And Out Come The Wolves", contaminato con lo Ska, i Rancid sfornano nel 1998 "Life Won't Wait", un disco ingiustamente sottovalutato dalla critica, dicevano che i Rancid erano cambiati troppo che oramai avrebbero fatto solo Reggae...A questi critici vorrei dire una cosa...Ma dai l'avete sentito l'album?!...Ma vi pare che ci sia solo Reggae dentro?!...Si, esatto recensisco qust'album per smentire il voto dei critici e di molte altre persone, l'album non si puo considerare un album completamente Reggae.
L'album prende due strade, quella dello Street/Hardcore e quella del Reggae, è un disco con più sfaccettature; nell'album sono presenti diverse canzoni "pogabili", come "Bloodclot" (la mia canzone preferita dei Rancid), "Something In The World Today", "1998", "Black Lung", "Warsaw" e "The Wolf".
Prende anche la strada però del Reggae, con bellissime canzoni come la title-track "Life Won't Wait", l'allegra "Coppers", "Cocktails", "Hooligans" e la canzone a doppia personalità "Hoover Street", che si alterna: ritornello Punk/strofa Reggae e cosi via fino all'assolo.
Nell'album sono presenti anche canzoni deludenti, che secondo me i Rancid si potevano anche risparmiare, come "Crane Fist", "Backslide", "Wrongful Suspicion" o "New Dress". Le canzoni rimanenti ("Who Would've Thought", "Corason De Oro", "Lady Liberty", "Turntable", "Cash Culture And Violence" e "Leicester Square") mi rimangono alquanto indifferenti.
Un album che possiede molte sfaccettature, difatti è quasi impossibile parlare di quest'album senza nominare le canzoni, ma rimane comunque un album molto interessante, soprattutto per quelle persone che cercano nel Punk cose sempre diverse
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