Robin Storey (Aka Rapoon, Ex Zoviet France) parte da queste premesse: una nuova Era glaciale ha avvolto l'Europa intera nel freddo e nel bianco pallore di una neve che non può sciogliersi, questo nuovo paesaggio così desolatamente congelato diventa stato d'animo, e lo stato d'animo reso così immutabile si trasforma in suono, un suono talmente freddo da riuscire a comunicare emozioni intensissime e pure. E' come quando toccate con la pelle nuda un pezzo di ghiaccio, dopo una prima sensazione di freddo se continuate a toccare scotta, la stessa cosa succede con queste musiche: se ascoltate superficialmente non sono altro che un lento sottofondo durante un pomeriggio di studio invernale. Se ci si apre totalmente al disco ascoltandolo distesi nel letto, con gli auricolari, il volume a palla e gli occhi serrati, si rimane rapiti e si scorge un mondo parallelo che ti fa dimenticare pure di essere a questo mondo.

Anche se l'ascoltatore non se ne accorge ognuno dei 5 pezzi di "Time frost" (uscito nel 2007, etichetta italiana Glacial Movements) parte con un frammento del Bel Danubio Blu di Johann Strauss, ma non aspettatevi di riconoscere melodie o armonie di quel Valzer (Valzer? Ma scherziamo?), perchè Rapoon ne evoca un passaggio infinitesimo per poi trasportarlo tra nubi sintetiche, stremarlo con riverberi e delay di ogni tipo, ed annullarne ogni parvenza ritmica, se non quella del loop che torna e ritorna ogni volta mutato nei toni, e ancora più immobile.  Così se nei due pezzi iniziali ("Glacial Danube" e "Thin Light") il suono originale dell'orchestra è ancora rintracciabile, già con "A darkness of snow" e "Horizon Discrete" i timbri sono resi totalmente irriconoscibili e cupi, e ti assale una sensazione di vuoto, come se non esistesse più una dimensione temporale all'interno della musica. La potenza di questi droni è quella di farti dimenticare anche della tua vita, sicchè realizzare alla fine dei 34 minuti di "Ice Whispers" che sei ancora in un continente senza gelo, che fuori ci sono addirittura 15 gradi (non sottozero?), che c'hai ancora un lavoro, che esiste una famiglia e che hai bisogno di andare in bagno a pisciare, riportarsi alla realtà di tutte queste normalissime cose può rappresentare un forte trauma. Quindi ti ributti sotto le coperte, spegni la luce, chiudi gli occhi e ricominci questo non-viaggio.

E' incredibile come oramai per molti la musica ambient non sia rimasta solo un sottofondo come l'aveva concepita Eno, o uno strumento per rilassarsi, per certi versi nel suo sviluppo attraverso droni ed atmosfere dark è divenuta definitivamente LA musica con la quale perdersi, estraniarsi, depensare.

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