Avete capito che dritti 'sti Rational Youth? Isole polari = freddo, missile = guerra, città con luci accese = notte, medusa = vita; oh, sarà pure una cacchiata di per sè, esteticamente non è di certo tra le migliori copertine della storia ma a modo suo la trovo geniale e perfetta per un album come questo, visionario, figlio del suo tempo ma anche molto, molto diretto e tremendamente catchy. Un album di culto, uscito per un'etichetta indipendente canadese, tre ragazzi alle prime armi e una classe da far invidia ad un sacco di nomi ben più blasonati. Ladies & Gentlemen, la DTK 80's Revival Productions è orgogliosa di presentarVi "Cold War Night Life" dei Rational Youth, con un ringraziamento particolare a chi mi ha fatto conoscere questo gruppo e questo disco favoloso.
Tracy Howe (cantante), Bill Vorn e Kevin Komoda, il primo gruppo synth-pop canadese, o almeno questa è la nomea che si sono guadagnati i Rational Youth con questo esordio in grande stile datato 1982, e qui si parla proprio di synth al 100%, complice presumo una disponibilità di mezzi abbastanza limitata (a giudicare dal risultato finale, direi una benedizione), in "Cold War Night Life" non c'è assolutamente nient'altro: niente chitarra, niente basso, batteria ovviamente elettronica, nessun contorno e contaminazione di qualsivoglia genere. Un sound puro, che entra nel cervello con una facilità disarmante, degna dei migliori ABBA e che, a differenza di molte altre cose di quel famigerato decennio, suona assolutamente fresco, agile e scattante; epico e futuribile anche nel 2015, con buona pace delle plurimiliardarie "Radio Gaga" e "Love Kills". Un paio di episodi ballabilissimi come "City Of Night" e "Saturdays In Silesia", atmosfere magniloquenti e visionarie nell'uno-due iniziale, "Close To Nature" e "Beware The Fly", anche ballate sorprendentemente intense, "Just A Sound In The Night" e "Ring The Bells". Razionalità che si traduce in assoluta perfezione stilistica, più vicina a un utopistico socialismo reale che al tronfio sogno a stelle e strisce, ma anche un impeccabile senso estetico per queste architetture sonore semplici, realizzate in economia di mezzi ma assolutamente perfette.
Anche i testi meritano un'attenzione particolare, sono brillanti ed intelligenti almeno quanto la musica proposta, basti pensare al contrasto non solo musicale tra i due lenti dell'album, la dolce a malinconica "Just A Sound In The Night" e "Ring The Bells", solenne e cadenzata. La prima è un sogno, correnti cosmiche, incontri con civiltà extraterresti; is there life on Mars? Secondo i Ration Youth si; la seconda invece è un incubo, lo spauracchio di una guerra nucleare è ancora vivo e ben radicato, visioni di guerra, di disordine, "Everybody's waiting for the hour when the blood and tears will be replaced, but the weak must always feed the stronger, that's the story of the human race, all is hell, ring the bells", ma è ancora uno scenario lontano, quasi surreale, una tragedia perfettamente inscenata. In "Close To Nature" si avvertono i timori di una società industriale sempre più vicina al collasso, in "Beware The Fly" le fatali debolezze di cosiddetti superuomini, Nietzche, Trotsky ma anche l'omerico Achille, mentre "Saturdays In Silesia" ritrae uno sconfortante spaccato di vita oltrecortina, una vita meccanica, programmata, ma in cui ogni istante di svago diventa un tesoro di cui godere appieno, "Holidays are for heroes", però "We don't have much but what we've got we're gonna keep (...) find the magic if there's any to be found".
Io davvero non capisco, non riesco a spiegarmi razionalmente come mai un album del genere, così perfettamente immerso nello spirito del suo tempo e di una potenza melodica dirompente, impeccabile connubio tra contenuto e accessibilità, sia stato ignorato, criminalmente ignorato dall'industria musicale che conta; con tutte le vaccate (alcune anche simpatiche, altre decisamente meno, e queste ultime sono in larga parte sopravvissute fino ai giorni nostri) che hanno avuto il proprio quarto d'ora di celebrità in quegli anni, poi. L'ho già detto nel caso di Jill Jones, qui lo ripeto con forza ancora maggiore: io avrei fatto carte false per ingaggiare i Rational Youth, e invece per loro c'è stato solo un oblio totale, fatta eccezione per un manipolo di irriducibili fans che nel 1997 convinse un'etichetta di una certa importanza (la SPV) a ristampare CWNL in CD. Iniziativa lodevolissima, ma rimane emblematico il fatto che sul web non si trovino neppure i testi di tutte le canzoni; clamoroso, scandaloso, un gioiello del genere avrebbe meritato prime pagine e riconoscimenti universali.
Tracy Howe (cantante), Bill Vorn e Kevin Komoda, il primo gruppo synth-pop canadese, o almeno questa è la nomea che si sono guadagnati i Rational Youth con questo esordio in grande stile datato 1982, e qui si parla proprio di synth al 100%, complice presumo una disponibilità di mezzi abbastanza limitata (a giudicare dal risultato finale, direi una benedizione), in "Cold War Night Life" non c'è assolutamente nient'altro: niente chitarra, niente basso, batteria ovviamente elettronica, nessun contorno e contaminazione di qualsivoglia genere. Un sound puro, che entra nel cervello con una facilità disarmante, degna dei migliori ABBA e che, a differenza di molte altre cose di quel famigerato decennio, suona assolutamente fresco, agile e scattante; epico e futuribile anche nel 2015, con buona pace delle plurimiliardarie "Radio Gaga" e "Love Kills". Un paio di episodi ballabilissimi come "City Of Night" e "Saturdays In Silesia", atmosfere magniloquenti e visionarie nell'uno-due iniziale, "Close To Nature" e "Beware The Fly", anche ballate sorprendentemente intense, "Just A Sound In The Night" e "Ring The Bells". Razionalità che si traduce in assoluta perfezione stilistica, più vicina a un utopistico socialismo reale che al tronfio sogno a stelle e strisce, ma anche un impeccabile senso estetico per queste architetture sonore semplici, realizzate in economia di mezzi ma assolutamente perfette.
Anche i testi meritano un'attenzione particolare, sono brillanti ed intelligenti almeno quanto la musica proposta, basti pensare al contrasto non solo musicale tra i due lenti dell'album, la dolce a malinconica "Just A Sound In The Night" e "Ring The Bells", solenne e cadenzata. La prima è un sogno, correnti cosmiche, incontri con civiltà extraterresti; is there life on Mars? Secondo i Ration Youth si; la seconda invece è un incubo, lo spauracchio di una guerra nucleare è ancora vivo e ben radicato, visioni di guerra, di disordine, "Everybody's waiting for the hour when the blood and tears will be replaced, but the weak must always feed the stronger, that's the story of the human race, all is hell, ring the bells", ma è ancora uno scenario lontano, quasi surreale, una tragedia perfettamente inscenata. In "Close To Nature" si avvertono i timori di una società industriale sempre più vicina al collasso, in "Beware The Fly" le fatali debolezze di cosiddetti superuomini, Nietzche, Trotsky ma anche l'omerico Achille, mentre "Saturdays In Silesia" ritrae uno sconfortante spaccato di vita oltrecortina, una vita meccanica, programmata, ma in cui ogni istante di svago diventa un tesoro di cui godere appieno, "Holidays are for heroes", però "We don't have much but what we've got we're gonna keep (...) find the magic if there's any to be found".
Io davvero non capisco, non riesco a spiegarmi razionalmente come mai un album del genere, così perfettamente immerso nello spirito del suo tempo e di una potenza melodica dirompente, impeccabile connubio tra contenuto e accessibilità, sia stato ignorato, criminalmente ignorato dall'industria musicale che conta; con tutte le vaccate (alcune anche simpatiche, altre decisamente meno, e queste ultime sono in larga parte sopravvissute fino ai giorni nostri) che hanno avuto il proprio quarto d'ora di celebrità in quegli anni, poi. L'ho già detto nel caso di Jill Jones, qui lo ripeto con forza ancora maggiore: io avrei fatto carte false per ingaggiare i Rational Youth, e invece per loro c'è stato solo un oblio totale, fatta eccezione per un manipolo di irriducibili fans che nel 1997 convinse un'etichetta di una certa importanza (la SPV) a ristampare CWNL in CD. Iniziativa lodevolissima, ma rimane emblematico il fatto che sul web non si trovino neppure i testi di tutte le canzoni; clamoroso, scandaloso, un gioiello del genere avrebbe meritato prime pagine e riconoscimenti universali.
Carico i commenti... con calma