30 anni di devastazione e terrore.

Si, proprio così si possono descrivere oggi i Ratos de Porao, storica band Brasiliana che, partita dalla poverissima scena Hardcore sudamericana è passata per la quasi consacrazione a fianco di band come i vecchi Sepultura, ma è rimasta sempre in linea con la propria attitudine, tant'è che ancora oggi cavalca i palchi di centri sociali e club molto poco esclusivi. Li ho scoperti circa tre anni fa (ok, in ritardo....) e, da quando li ho visti sul palco del CSA Dordoni (posto stupendo per gli amanti del thrash/HC/grind italiano e non) ad un festival chiamato "Cremona a mano armata", me ne sono subito innamorato. Suoni potentissimi, coppia basso-chitarra imponentissima, pelli battute in modo assassino e la voce del GORDO che squarciava letteralmente tutto quello che veniva investito dall'onda sonora del suo microfono.

Da allora ho ascoltato tutto di loro, dagli album, ai live, ai bellissimi split (compreso l'ultimo) e devo dire che su vinile sono veramente allarmanti!! L'album in questione è il loro ultimo, del 2006. Un disco che ha costruito un'aurea di imbattibilità sopra questo gruppo, questo perchè, se anche altri album, più importanti, come "Crucificados pelo sistema", "Brasil" e "Anarkopohbia" avevano già detto al mondo in maniera brutale che c'erano anche loro, era veramente difficile dopo tutti questi anni aspettarsi un lavoro così devastante, autoriale e innovativo.

Si passa dall'Hardcore, il vero amore, al metal di impronta veramente poco occidentale, più legato ai loro compatrioti Krisiun, fino alle sfuriate pseudo-grind più laceranti e veloci. Un contenitore pieno di violenza e brutalità, ma mai gratuite e fini a se stesse; I "Ratos" sono un concentrato di disperazione, cattiveria, alcool, botte e l'amore più incondizionato nei confronti della musica. Menzione particolare per l'enorme Joao Gordo, il quale dopo tutto quello che ha combinato ha una voce che...chi non gliela invidia??? (soprattutto il buon vecchio Phil Anselmo...) e un'altra menzione a Boka che batte, ri-batte, volteggia e vomita violenza nell'angolo più remoto del palco, distuggendo tutto quello che finisce addosso alle sue bachette (pelli, piatti, mosche, piccioni e chi più ne ha più ne metta) .

In conclusione non c'è molto da descrivere di questo particolare album, solo che è un lavoro egregio e che fà scuola, di nuovo, dopo trent'anni. Li ho rivisti a Pordenone un paio di mesi fa e sono stati più violenti e perfetti dell'altra volta: inchini a profusione e pluri-levate di cappello.

Le migliori tracce sono "Covardia de plantao", "Testemunhas do apocalipse", "P. M. s de sata"e "Otàrio involuntario"...il resto è da 9, 5.

ASCOLTATELO. Ma prima ascoltatevi i succitati tre album, poi lo split con i "Còlera" e quello con i "Looking for an answer", poi i due album di cover Thrash/HC "Feijoada acidente?", e poi i live. Infine cercate una loro data in Italia e andateci. Buona fortuna.

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