Ci sono artisti di nicchia, nomi oscuri e poco conosciuti al grande pubblico che magari, pur ignorati dalla critica, riescono ad essere in ogni caso influenti per il coraggio e l’innovazione della loro proposta. E’ il caso di Raul Moretti, un musicista che si è dedicato all’arpa riuscendo a trarre da questo nobile strumento delle sfumature e delle sonorità inedite e nuove. Il suo secondo disco “Harpness” - pubblicato nel 2016 - è esemplificativo della sua particolare arte: il disco è composto da 17 improvvisazioni per arpa elettrica e suoni elettronici. L’effetto sull’ascoltatore è ipnotico: siamo di fronte ad un disco sperimentale prossimo a certe esperienze della musica di avanguardia. A me ha un po’ ricordato certe strane sperimentazioni che pubblicava, negli anni ’70, la mitica Cramps di Gianni Sassi, l’etichetta per intenderci che, oltre agli Area, aveva anche in catalogo non musicisti come Walter Marchetti e Juan Hidalgo. Però è difficile fare paragoni: Raul Moretti è un artista integro e particolare che continua, nonostante il disinteresse, a fare tour mondiali in Europa, nelle Americhe, in Oriente e in Australia in cui presenta la sua musica. L’esperienza di ascolto è di una raffinatezza irreale e vi porterà in una strana dimensione spaziotemporale. I lunghi bordoni alla fine possono anche far pensare, in alcuni momenti, alla musica cosmica tedesca – in particolare Klaus Schulze - o, arrivando ad esperienze più attuali, a certe cose sperimentali degli ultimi Coil. Le atmosfere in alcuni momenti sono quasi sacrali mentre in altri diventano più oscure e sperimentali. E’ comunque musica di grande spessore che, se ascoltata con la giusta predisposizione d’animo, riesce ad emozionare. “Harpness” è appena stato ristampato ed è possibile ascoltarne qualche estratto direttamente sul sito di Raul Moretti al seguente link: http://www.raoulmoretti.it/harpness/.

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