Fantastico. Emozionale. E si potrebbe già finire qui. Tutto qui è magnifico: il film con un Jamie Foxx che non diventa Ray Charles, Jamie Foxx È Ray Charles. La colonna sonora di questo film è, tanto per ripetermi, fantastica. La track-list segue cronologicamente i brani presenti nel film, quindi abbiamo una sorta di best of.
Si parte con "Mess Around", le note sono travolgenti, tutto è perfetto, calibrato, la voce di Ray non è ancora all'apice (ma lo sarebbe stata prestissimo), ma il pezzo è di forte impatto e all'epoca, come ci dimostra il film, ebbe un grande successo. "I've Got A Woman" è meno movimentato del precedente brano, ma anche qui siamo davanti a qualcosa di spettacolare, con la voce che tocca picchi alti e con la grandissima prova di sax e trombe! Entusiasmante! "Halleluiah I Love Her So" è qui proposta dal vivo, e, oltre alla grande prova dei musicisti, c'è il pubblico che applaude, entusiasta, le geste musicali del singer nero che ha una musica dentro che non può vedere. "Drown In my Own Tears", ovvero una ballata straordinaria, d'atmosfera, dove la voce di Ray è già qualcosa che ti entra dentro, che scava nell'anima e da lì non si muove. "Night Time Is The Right Time2 ci presenta qualche novità, ovvero la presenza di un trio di donne che arricchisce il suono della musica, sicuramente una scelta azzeccata e un'evoluzione nel suono. "Mary Ann" presenta un ritmo che sa di latino, almeno nella parte iniziale, anche questo è una pezzo straordinario fatto di cambi di tempo e di ritmo, con la solita, grande, prestazione della sezione fiati: l'anima del sound di Ray Charles. "Hard Times No One Know Better Than I", è un pezzo intimo, molto semplice: piano + voce + batteria a cui poi si aggiunge un assolo di sax da brividi, risponde Ray con un assolo di pianoforte: straordinario! "What'd I Say", qui in sede live, ha una storia particolare: Ray, finito un concerto, seppe che doveva suonare per altri venti minuti, così presentò questo pezzo che aveva in testa già da molto tempo. . . erano davvero altri tempi, tempi dove la genialità e il talento prevalevano sulla moneta.
Il brano, come tutti i pezzi in questo disco, diventerà un successone, con quella parte di cantato diviso da lui e dalle sue coriste: eroticità allo stato puro, sessualità primitiva che esplode nota per nota!"Georgia On My Mind" è forse il brano più conosciuto di Ray, con un inizio strappalacrime guidato da un orchestra a cui segue il piano e la voce caldissima, soul di Charles, accompagnata da un numero imprecisato di coristi, con l'orchestra che fa da sfondo. . . assolutamente bellissima, senza parole, pietra miliare del soul, del blues. "Hit The Road Jack", è un brano accattivante, ennesimo dialogo amoroso tra Ray e le sue donne, ovvero le tre coriste, anche questo pezzo è famosissimo, come famosissimo è il dialogo tra Ray e una sua corista, con la quale Ray ebbe una relazione: due minuti, solo due minuti di durata per un brano pazzesco. "Unchain My Heart" merita un discorso a parte solo per la sessione ritmica che si sente sullo sfondo di questo brano superbo, le tre voci delle coriste qui sembrano moltiplicarsi e l'assolo si tromba è la ciliegina sulla torta di questo brano di sicuro impatto. "I Can't Stop Loving You (Live)" ha un intro a cappella a cui si aggiunge la voce e l'inseparabile piano di Charles: un brano da ballare a luce spenta con una ragazza di colore, magari in uno di quei locali fine anni '50 sporchi di blues e di ottima musica: c'è tutta il romanticismo e la tristezza dei neri in questo brano di 3 minuti! "Born To Lose" sembra avere qualcosa di jazz nel suono, forse per via di quella batteria "pulita", da notare l'assenza di trombe e sax e la presenza dell'orchestra e dei coristi. "Bye Bye Love" ci fa tornare ai ritmi del primo Ray Charles, un brano ballabile, travolgente come un uragano di note: l'assolo di piano è, come sempre, da paura: anche qui abbiamo un brano di pura forza racchiuso in due minuti scarsissimi: erano davvero altri tempi! Chiude il disco una triade di brani live. Si parte con You Don't Know Me, ballata lentissima, per qualche istante sembra ce ci sia solo Ray col suo piano nella stanza. . . "Let The Good Times Roll", inizia con una scarica di batteria a cui si aggiungono le corde vocali e le dita del singer, l'urlo finale è una sorta di grido liberatorio, a cui segue, inevitabile, l'applauso caloroso della folla. Chiude il disco "Georgia On My Mind", qui proposta in una versione lunghissima per l'epoca (5 minuti e 30), questo brano fa da titoli di coda per quanto riguarda il disco e la vita dell'immenso Ray Charles. Ecco, lo spettacolo è finito, il pubblico applaude, Ray si alza, sorride con lo sguardo rivolto verso il cielo e con le braccia strette attorno a se stesse ci saluta. . .
Ciao Ray, R. I. P.
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