E' con questo album che Ray Lynch, texano e buddista, raggiunge lo status di "mostro sacro" della new age. Deep Breakfast risale al 1984 ed è il disco della svolta per il singolare artista: infatti, abbandonate le composizioni di stampo neoclassico dell'esordio, troviamo delle sonorità allegre, melodiose, ma anche maestose e quasi epiche, come in Your Feeling Shoulders.

Il lato A si apre con il capolavoro: Celestial Soda Pop è la quintessenza della musica di Lynch. Benché non sia una composizione particolarmente intricata o difficile, è arrangiata così perfettamente da far venir la pelle d'oca per la sua semplice, sconvolgente bellezza. The Oh Of Pleasure si avvicina molto ad una composizione spaziale alla Pink Floyd. E' un brano molto rilassante e gradevole, meno "solenne" del precedente.
Falling In The Garden è eseguita con quello che sembra un pianoforte sintetizzato (?). La composizione, quasi priva di un vero e proprio arrangiamento, si basa una melodia semplice ed orecchiabile. E' un gradevole riempitivo, che però sfigura in confronto alla traccia-capolavoro successiva.
Your Feeling Shoulders, con i suoi sette minuti e mezzo di durata, è uno dei più alti vertici mai raggiunti dal texano (mi verrebbe da dire "della musica in generale"). Ha un andamento lento, imponente e, nella sua semplicità, drammatico. L'apice è raggiunto precisamente a 7:13, quando la successione degli accordi doppia le note iper-acute creando un'intensissima sequenza in poco più di cinque secondi. Quando la semplicità va a braccetto con la genialità.

Rhythm in the Pews è un'altro diamante di questa generosissima miniera che è Deep Breakfast. E' la composizione più "allegrotta" (passatemi il termine) del disco ma, a suo modo, non inferiore a Celestial e Your Feeling. E' basata su un andamento melodico molto orecchiabile e, se vogliamo, semplice, ma le sublimi doti di arrangiatore del texano la rendono davvero unica.
Kathleen's Song si apre con un riff di tastiera dissonante ed è una composizione dolce e sognante, molto legata al passato neoclassico dell'artista. Pastorale è forse la più fiacca del disco. Non fraintendetemi, è di ottimo livello e, come al solito, perfettamente arrangiata, ma forse un po' ripetitiva nella sua melodia. Tiny Geometries si apre con l'effetto "bollicine" ed è la più "lisergica" dell'album grazie anche all'uso di ottoni (ovviamente tutti sintetizzati). Dopo un gradevolissimo intermezzo di tastiere, riprende con la melodia sognante e meravigliosa. E' una traccia relativamente lunga (6:11) che svolge egregiamente il ruolo di chiudere un album magnifico, spiazzante nella sua bellezza e semplicità.

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