Rullino i tamburi sono ritornati i benemeriti del Thrash canadese, gli irriducibili paladini dello Speed-Thrash Metal genuino, frastornante, con iconografie ad effetto, con Dave Carlo simil capitano Achab nel periglioso oceano anni '80 di bande agguerrite che sgomitano per ritagliarsi il loro posto al sole.
I Razor sono vasi terracotta in mezzo a vasi di ferro soprattutto dopo il cambio di label discografica, che prelude ad un periodo di scarse risorse finanziarie e di riflessione. Occorre quindi ridefinire il sound: torna produttore di "Executioner's Song" Terry Marostega e il guitarist Dave Carlo scrive alcune delle suoi migliori pezzi. Fin dall'opener "Survival Of The Fittest" si avverte il mutamento di scenario: suono thrashy limpido e strumenti ben definiti, con il miglioramento di Embro come drummer ed un afflato emotivo maggiore. Il pezzo dura più di undici minuti, contiene parecchi cambi di tempo e, finalmente, un drumming vario e preciso, discreto ma niente di sensazionale, unitamente al basso spigoloso che riemerge ogni tanto come un nautilus. Anche se permane la sensazione che la band faccia una fatica enorme a suonare così compostamente, come se la velocità di esecuzione rimanesse il balsamo per le loro precarie doti di autori : i quattro canadesi sentono il desiderio di tornare a baita.
Lo stesso Stace McClaren canta con una voce più dolce e controllata, ottenendo la stima di qualche addetto ai lavori, certamente una prestazione matura dopo le urlate degli album precedenti, mentre Dave Carlo si dimostra songwriter versatile, ma però debole sugli assoli, anche se quello su "Shootout" è buono; niente di sconvolgente per carità. Quest'album del 1987 ha un suo valore storico, insomma è un piccolo monumento dimenticato, proprio per essere l'antimateria del genere Thrash che non evolve, se non lentamente, come il risveglio di un orso in letargo che vaga per il bosco barcollando. Ma i fans non aspettano certo dieci album e neanche la scena del tempo ha molta pazienza. In "Shootout" l'influenza punk è più marcata e si concretizza in un cantato più elaborato nella pronuncia delle parole, che al termine del brano cede il posto alle urla stridule e sgraziate di "Sheepdog", che raggiungono vette inaudite nel finale, ma tutto questo viene accompagnato da un basso più pulsante che nei lavori precedenti. Stesso discorso per "Snake Eye", un pezzo hardcore veloce e senza pretese, contenente uno strano siparietto dove una specie di vecchio essere umano presenta il pezzo.
Un brano da legnate è invece "Forced Annihilation" con riff già sentiti, compressi, ruffiani ed il refrain "Force ooh" (probabilmente un omaggio agli Onslaught) in mezzo allo scatenato drumming, che possiede un suono secco e poco potente. Si cambia totalmente umore con l'altro pezzo suite del disco, ed anche il più ispirato, "Last Rites", che inizia con l'organo poco tenebroso e, dopo un breve solstizio di solita chitarra thrash con vari clichè, accelera ed arriva ad undici minuti, segnato da vari cambi di tempo. Dopo quattro album in due anni non si può chiedere di più: molta quantità e poca qualità, una ricetta che verrà ripresa dai Tankard (ad esclusione di qualche disco).
Questo platter, realizzato in regime di economia spartana, presenta tutti i difetti dei precedenti ovvero il metodo compositivo primitivo. Insomma il mondo si è stancato dei Razor e loro continuano irriducibili a pubblicare dischi (l'ultimo però è del 1997), indifferenti alle critiche che gli piovono addosso, anzi a tutt'oggi hanno perfino un sito ben curato dove ci sono vari brani presi da ogni singolo album della loro carriera, sicchè un bipede qualunque può ascoltarsi le canzoni e poi decidere di non acquistare i loro lavori. Penso di essere rimasto uno degli ultimi loro moderati fan, se non l'ultimo nella vecchia Europa, perciò questa rece è una testimonianza di una band cocciuta ma non indispensabile, da ascoltare di tanto in tanto come una curiosità nel mondo Thrash. Ma si vive anche di curiosità, soprattutto al giorno d'oggi.
Elenco tracce e testi
05 Snake Eyes (03:32)
Pretty as an angel, but the bone of the devil
The smile of a fox, but talking on the level
The figure of a lady peekin' through the holes
Tying down my wings, pulling on my soul
Your fingers are snakes, they're eyes and they see
Everytime we touch you take a bite out of me
Driftin' through my head, all the things that you said
What is written on the walls isn't right until it's read
So read: with your snake eyes
You're the devil's daughter, I've met him, skip the fakin'
You've been growing horns since your halo has been taken
In the trap you were the bait, that was your mistake
I never cared a bit for dirt or a black-eyed city snake
I was hartly temped with a wink and a bottle of sin
I had my own three bottles of the driest kinda gin
Undressed yoy with my eyes and then I realized
Your rolling dice and broken wings gave in to your disguise
Gave in: to your snake eyes
Everything at stake but I've learned my lesson well
You're giving me the choice will I roll heaven or is it hell
Remove the flashy costume, show me what you've got
A taste of what's below, so you'd better make it hot
Can't you see me laughing, you're begging with your cries
The fireballs I'm throwing are burning in your eyes
I can't roll a seven or even an eleven
Give me staring snake eyes, I wasn't made for heaven
Surprise: I've got snake eyes
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