Dici “Texas punk” e ti ritrovi a fare i conti con una pletora di gruppuscoli tutti figli dei Moving Sidewalks e della loro immortale «99th Floor», tutti quelli chiamati a raccolta nell'infinita serie delle «Texas Flashbacks».

E invece il Texas è patria pure di alcune grandi bande punk, nel senso 77ino del termine: dagli AK-47 ai Vomit Pigs, tutti gruppi più o meno fedeli ai classici stilemi del genere, one-two-three-four, rock'n'raw e tutto quel che segue.

I Nervebreakers ne sono il prototipo bell'e fatto, se ti piacciono i Nervebreakers, allora ti deve piacere per forza il 90 per cento del Texas punk.

Poi ci stanno quelli che lo fanno un po' strano: Dot Vaeth Group, Huns, Plastic Idols e qualche altro.

I Really Red sono i loro portabandiera.

I Really Red sono stati un gran gruppo, oggi si direbbero degli “eclettici” ma anche degli “eretici” del genere, e non sorprende affatto che sia stato quella scheggia impazzita di Jello Biafra a riportarne alla luce la discografia completa, fatta di due album e tre singoli, tutti raccolti in «Teaching You the Fear: The Complete Collection 1979-1985».

Ti piace il punk dritto, diretto e senza nessun fronzolo? Perfetto, i Really Red ti servono quella «Modern Needs» che per qualcuno è addirittura da ascrivere tra i piccoli, grandi classici del punk rock tutto, e quella «Crowd Control» per cui vale lo stesso: due pezzi, poco più di 4 minuti del tuo tempo per realizzare che è giunto il tempo di buttare nel secchione dell'indifferenziata sotto casa metà della tua collezione dal 1986 al 2021 e fare spazio alle bande che contano per davvero.

Ti piace il punk storto, cervellotico e pure cogli assoli? Non c'è problema, «Too Political», «Bored With Apathy» e «The Fee» sono lì da 40 anni che ti urlano che il punk non è mai esistito e se è esistito è morto in fasce.

Allora, se già stai sbuffando, taglio corto e la faccio facile: fidati, i Really Red sono una banda punk.

Poi se non ti ritrovi tra le mani un doppio cd stracolmo di plagi dei Sex Pistols e non sei capace di andare oltre Johnny Rotten, io non ho colpe, quei pochi che tirano in ballo i Really Red li bollano sempre come “punk” e basta, prenditela con loro.

Nemmeno è colpa mia se quel doppio cd sbanda vorticosamente tra art punk alla Wire e proto hardcore in stile Dischord.

A me piace terribilmente, spero anche a te.

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