Rebekka Bakken, di Oslo, classe 1970, un concentrato minuto ma esplosivo di sensualità, bellezza e talento.
Potendo, preferirei parlarvi di lei in generale e non di un solo cd della sua chiccosissima produzione ma dovendo restare fedele alle regole del Debasio, sceglierò “Is That You”.
La Bakken è artista talentuosa e mutevole, eppure non esiste una sua recensione in tutto il sito, nonostante la sua poliedrica voce dall’estensione imbarazzante si presti ad escursioni nel mondo folk, jazz, soul, funk, r’n’b’ e pop.
Vissuta tra la Norvegia, New York e Vienna, all’attivo ci confeziona ben otto album di vera classe, pathos e passione, e vanta collaborazioni con nomi mastodontici della scena della musica jazz internazionale.
Vince il premio Jazz Award, che sta al Jazz come il Disco D’Oro sta al rock, e l’Amadeus Austrian Music Award Prize.
Suona il violino, il pianoforte e canta da restare inebetiti, è una songwriter coi contro maroni e come se non bastasse è pure gnocca. Cos’altro dire?
Esordisce nel 2001 ma sarà solo a partire dal 2003 che sarà veramente notata grazie al cd “The Art Of How To Fall” che conquisterà il grande pubblico pur facendola restare comunque un’artista di nicchia, forse per il genere cui è devota.
Per l’acclamazione si dovrà aspettare il 2005 con il lavoro “Is That You” che la imporrà anche ad un pubblico un poco più commerciale e pop.
Per un assaggio, i cd migliori:
Scattering Poems (con la pianista tedesca Julia Hulsmann) 2003
The Art Of How To Fall 2003
Is That You? 2005
September 2011
Una carrellata esplicativa qui.
La sua voce calda, appassionata, marcata ma delicata è in grado di tele trasportare in una dimensione parallela dove non c’è posto per il caos, la fretta o le rotture di scatole di sempre.
E’ come fare un bagno caldo a lume di candela dopo aver passato una giornata allucinante che potremmo riassumere con l' Urlo di Munch.
Provare per credere.
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