E’ consuetudine nella vita di tutti noi porsi degli obiettivi, delle aspirazioni, che indipendentemente dalle possibilità di concretizzarli ci accompagnano nel bene e nel male lungo il nostro cammino. Alcuni di questi desideri sono però delle utopie, e come tali non vedono alcun spiraglio di realizzazione.

Assistere dal vivo a un concerto dei Pink Floyd, per me che sono nato nel 1984, ossia subito dopo la dipartita di Waters, è una di queste utopie, e purtroppo credo che tale resterà. Certo, sapere che in un mese i quattro si sono divisi in tour per l’Italia (Roger e Nick a Lucca e David e Richard a Firenze e Venezia) fa pensare a perché diavolo non si siano voluti unire, ma almeno la possibilità che il 50% di quell’utopia si realizzasse c’era, e ho cercato di sfruttarla.

Data la bassa disponibilità economica ero costretto a scegliere una sola delle “coppie”, e non volendo mi sono trovato di fronte a uno dei più intricati enigmi della storia della musica rock: Gilmour o Waters? Il musicista o il compositore? Il classico o l’innovativo? E si potrebbero versare fiumi d’inchiostro su questa disputa senza giungere a una conclusione definitiva. E allora, arruffianandomi la soggettività delle scelte, ho optato per il buon David, che sebbene tra viaggio e biglietto mi venisse a costare quasi il triplo, era d’uopo. Parto da solo dal sud Italia e dopo una bella avventura in treno giungo in quella piazza bagnata dalla laguna, che cornice migliore penso non esista..

Venezia, Piazza San Marco, 12 agosto 2006, ore 21:00… Piove da 5 minuti sulle teste immobili di chi una settimana prima pensava forse che il sogno sarebbe svanito, proprio a causa della pioggia; impossibile quindi non avere anche qui un briciolo di timore. Piove, e tra chi cerca di infilarsi un’impermeabile e chi come me l’acqua l’ha ignorata si sentono le grida di chi, forse seduto un po’ indietro, ha la visuale ostruita: “Chiudete gli ombrelli!!!” Ma dalla poltroncina n°32 della platea A9 la vista era ottima, e non me ne vogliate. Era il momento che desideravo da una vita, era il mio momento, ancora nella storia ma a venti metri dalla leggenda. Ed ecco che le luci si spengono, e si sente il battito del cuore, non il mio, che era velocissimo, ma uno più composto, ben scandito, forte e penetrante: cazzo era l’inizio di The Dark Side Of The Moon!!!

Ed ecco che compare Lui, un fascio di luce ad avvolgerlo, la chitarra compagna, e una frase storica: “Breathe, breathe in the air, don’ t be afraid to care… ” Bene, da qui la mia persona è andata in tilt-tilt-tilt Come i giochi che facevi da bambino che affiorano alla mente poco alla volta col trascorrere degli anni, così è accaduto per me da qui alla fine del concerto. Forse tra 5 o 10 anni chi lo sa mi ricorderò di quell’assolo, di quel particolare, di quegli attimi, perché non si assisteva al concerto, ma ci si era dentro anima e corpo, e la musica e le luci ti avvolgevano quasi a trascinarti in quella dimensione sconosciuta, in quel sistema Gilmour che tanto ha caratterizzato il sound dei Pink Floyd. Poi ricordo le campane di Time, l’esecuzione dell’ ultimo lavoro “On an island”, gli ottimi musicisti di supporto, l’intervallo, e poi…

E poi e poi e poi i pezzi più significativi dei Pink Floyd, gli omaggi a Syd, le luci meravigliose e una frase in particolare, detta da Gilmour in italiano: “E adesso vogliamo fare Shine on you crazy diamond”.. Madonna, detta così tutta una volta, mi può venire un infarto! Fortuna volle solo che piansi per la commozione, e da qui in poi ero ancora più rimbambito. Mi sono ripreso solo sull’assolo finale di Comfortably Numb, dove tutti ci siamo alzati e siamo andati sotto il palco ad ammirare stupefatti il mito, e sono riuscito addirittura a fargli foto da 2 metri!!! Poi le luci pian piano si sono spente e lui si è allontanato nel fumo, mentre il mio io ritornava nel mio corpo… E’ passata una settimana e sono ancora incredulo…

Ogni tanto provo a far mente locale. Grazie David Gilmour, grazie per la tua musica e per le emozioni che quotidianamente mi trasmetti, grazie per aver realizzato il mio sogno più grande, grazie di cuore.

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