Storia essenziale della musica elettronica 

 

V. Kosmische Musik

 

La Kosmische Musik fu, per certi versi, un fenomeno preventivabile. Nell'alveo degli spazi trascendenti Klaus Schulze forgia nel 1972 Irrlicht, tra i primi esempi lampanti di ensemble cosmico per orchestra fittizia, musica per deliquio e delirio elettrovoro; attraverso il sequencer il pioniere tedesco sintetizza l'ultrasuono, sopravanzando le limitazioni oggettive dell'impianto acustico. E' lo spazio iperuranico il luogo in cui trova il suo calco la musica elettronica: echi e riverberi s'adornano della modulazione estesa cui può provvedere solo l'orchestra "concreta". La scuola tedesca di Schulze e Froese, rivestita di argento vivo nel leggendario movimento del Kraut-Rock dell'inizio dei '70, si dirige, al contrario dei connazionali Can e Faust (in perversa affezione per la psichedelia), e della comune Amon Düül (orge progressive per lunghe jam sessions), verso spazi più dilatati, terre quiete senza quiete, non-luoghi ove "cosmico" è principalmente il modus cogitandi, non necessariamente il contesto né il contenuto. Non a caso manifesti della Kosmische come Phaedra, Picture Music e X discorrono di luoghi cosmici senza parlare di supernovae, al contrario di quanto avvenga nei comunque ineguagliati capolavori Alpha Centauri e Zeit, consegnati alla storia dalle menti visionarie dei Tangerine Dream.

E' proprio il gruppo berlinese a porre le basi della musica cosmica de facto, annoverando tra i componenti di Electronic Meditation del 1970 i tre maggiori pionieri della Kosmische: Klaus Schulze, abile nel mettersi in proprio qualche mese dopo per dare origine ad una delle interpretazioni più violentemente subcoscienziali della musica elettronica, Conrad Schnitzler, che insieme a Moebius e Roedelius avrebbe di lì a poco creato il Klang roboante dei Kluster, Edgar Froese, indiscusso leader degli anni presenti e a venire del collettivo, costantemente spalleggiato dal fedele percussionista Christopher Franke.

Dopo il caotico pastiche progressive di Electronic Meditation del 1970, il repulisti di Froese e Franke partorisce, consistentemente col rimpiazzamento di parecchi componenti del gruppo, l'identificazione del peculiare cammino musicale dei Tangerine: all'electro-rock sincopato dei primordi si sostituisce un sound dilatato nello spazio e nel tempo attraverso il liquido ed estatico Alpha Centauri (1971), tra i primi effettivi capolavori della Kosmische tout court. Attraverso Alpha e il successivo Zeit (1972), Froese e compagni insistono sull'aspetto più statico della musica cosmica tramite il sequencer, modellando radiazioni cosmiche e dilatati fruscii, distanti ma non troppo (si pensi al roboante stridore di archi dell'incipit di "Birth Of Liquid Plejades" in Zeit), dalle maestose boutades ad effetto straniante (l'organo di "Ebene" in Irrlicht) di Klaus Schulze. Il sostanziale cambiamento, o meglio, l'evoluzione di "Birth Of Liquid Plejades" avviene nel nuovo Atem del '73, lavoro epico e ponte di transizione dal sequencer al mellotron, nuovo strumento di riferimento per gli anni a venire e per una produzione musicale, quella dei Tangerine, che si rivolgerà da adesso ad un tipo di musica più popolare e "ballabile".

Attraverso Atem si assiste a qualcosa di straordinario. L'incipit della title-track, sei minuti di maestoso delirio elettronico, sono quelli che individuano l'intero album, la pagina speculare della Nascita delle Pleiadi, ove all'acustico quartetto d'archi si è ora sostituita l'orchestra elettronica sintetizzata dal mellotron, la teoria di sequenze preregistrate su nastro magnetico dal piglio drammatico e angosciante, vero e proprio incubo ordinario di fine millennio, Tieste di Seneca, sabba luciferino, Macbeth di e con Orson Welles, esizio psicocosmico. I sei minuti estatici planano quindi verso i lidi più confidenti della Kosmische, nel liquido magma sonoro cui i Tangerine, in Alpha Centauri e Zeit avevano abituato i fedeli seguaci. L'innovazione del mellotron prosegue così in "Fauni Gena", nella sostanza corollario all'allucinazione primordiale di "Atem", sulla falsariga del sonnolento viaggio intrapreso da Froese dopo il leggendario incipit della title-track. L'impostazione su flauto e violino sintetizzati rimanda alle magnifiche qualità espressive della strumentazione elettronica, mentre la rumoristica delle voci e della natura pare qui un po' più forzata, meno immediata. "Circulation Of Events" spezza sornione l'incantesimo, introducendo in breve quello che sarà l'ultimo richiamo all'estasi di Atem: il sabba caotico à la Amon Düül di "Wang", tra il riempitivo e lo sperimentale.

In breve i Tangerine Dream avrebbero fatto del mellotron lo strumento principe dell'intera produzione, iniziando di fatto col successivo Phaedra la nuova era della musica da tastiera, abbandonando progressivamente l'amore per la radiazione cosmica di fondo, la rumoristica di riempimento, la cornice musicale. Con Atem l'elettronica irrompe come proiezione angosciosa dell'io, riveste per la prima volta i panni di dramma emozionale al pari di una sinfonia classica, trascende, nell'alveo della Kosmische, il significato accessorio della musica.

Atem inaugura la stagione emozionale della musica elettronica.

 

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