Osserviamo la copertina dell'album: cinque uomini col colletto bianco, ma ridotti a tuberi. Uno di loro con sopracciglia esagerate, chiaramente false. Sopra l'immagine, una scritta a lettere bianche, tutte minuscole: "oh, no! sono i..."; poi un nome, a lettere colorate, tutte maiuscole, inclinate alternativamente a sinistra e a destra: "...DEVO".

Ecco il biglietto da visita di questa band di Akron, Ohio, giunta con "oh, no! it's DEVO", pubblicato nel 1982, al quinto album.

Domanda: voi vi presentereste così? Prima di rispondere facciamo partire la musica. Ecco che un sintetizzatore ci introduce nel paesaggio stralunato di questo album: "la tensione sale in una faccia contratta, nuvole scure nella sfera di cristallo", ma è pur sempre ora di prendersi una pausa per divertirsi ("Time Out for Fun"). Seconda traccia, "Peek-A-Boo!", è l'esclamazione che fanno anche i bambini di Akron quando si nascondono e sbucano fuori all'improvviso: ritmo pesante dei synth e accordi di chitarra elettrica, la si sentirà solo qui in tutto l'album.

La tensione non cala, anzi, col ritratto di una ragazza fuori sincrono "che ha perso un colpo", che è "entrata dall'uscita", il ritmo si fa forsennato ("Out of Sync"). E così via: velate allusioni sessuali in "Explosions" ("non c'è nulla dopo il fermati-e-vai, non c'è nulla tranne il flusso e riflusso, non c'è nulla come un po' di dentro e fuori"), i Devo ci tengono inchiodati all'ascolto con un album che dura appena 32 minuti e che va ricordato per i suoi momenti migliori, "Out of Sync" appunto e "Big Mess", quest'ultima dal ritmo trascinante in un'efficace contrappunto di voce e sintetizzatori.

Lungi dall'essere un capolavoro, meno caustico dei primi due album, questo lavoro conferma comunque le qualità dei cinque di Akron, un gruppo con delle cose da dire ma che non si prende troppo sul serio. Teorici della devoluzione, la regressione infantile che a loro avviso caratterizza la società americana, i Devo si presentano qui non con idee nuove ma con tanto mestiere. Ci fanno agitare in poltrona (o in mezzo al salotto, se c'è una festa) e ci ricordano l'invito ironico che proviene dal titolo dell'album: esclamare tutti assieme, non sappiamo se con preoccupazione o con sollievo, "oh no! i Devo!"

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