LONDRA - "Le fedine penali di decine di migliaia di carcerati che dalla Gran Bretagna furono mandati a scontare la pena in Australia a partire dalla fine del diciottesimo secolo sono accessibili su internet, attraverso www.ancestry.co.uk, un sito comunemente usato dagli abitanti del Regno Unito per ricostruire il proprio albero genealogico. Si ritiene che due milioni di britannici e il 22% degli australiani possa trovare, nel proprio albero genealogico, almeno un antenato che abbia dovuto scontare una condanna nella terra dei canguri." (da La Repubblica, 25 luglio 2007).
Faranno parte sicuramente della lista gli antenati dei Missing Links, una delle prime e più rozze formazioni beat rock di tutto il continente australiano. La line up originaria nasce a Sidney nel 1964 ed esordisce con il singolo "We Two Should Live / Untrue". E' un buon successo ma i nastri già pronti per l'album spariscono e i quattro fondatori pensano bene di dedicarsi ad altre faccende. Dobbiamo dire grazie al roadie Chris Gray per la sopravvivenza di un mito, conservando il nome per una seconda line up che adora gli Stones, gli Animals e soprattutto i Pretty Things.
E tutto cambia., perché il gruppo rappresenta l'anello mancante tra il "vorrei essere più zozzo ma mi trattengo" del beat inglese e il "mi sbrodolo addosso senza ritegno" del garage-rock. Prima ancora del nostro Iggy Pop è il giovane cantante Andy James a trasformarsi in un selvaggio animale da palcoscenico. Forse al ragazzino la provenienza neozelandese gli facilitava le cose ma si spaventò davvero quando vide la lunghezza dei capelli degli altri componenti del gruppo. "You're Driving me Insane" e "Wild about you" (coverizzata dai Saints che così pagano il debito di sangue nel loro esordio punk del 1977) sono due schegge garage che i rozzi capelloni eseguono fracassando gli strumenti sul palco come hanno visto fare ai lontani "parenti" inglesi mentre l'urlo conclusivo di Andy è impressionante: "yessss you're so wiiiiilld!!!".
La suggestiva "Mama Keep Your Big Mouth Shut " è il riuscito tentativo di rendere psichedelico il brano di Bo Diddley rifatto anche dai "maestri" Pretty Things. La ritmica ipnotica e il feedback chitarristico ne fanno davvero un pezzo selvaggio per l'epoca, con le urla belluine di Andy che nei concerti era capace di dilatare il brano per quaranta minuti di contorsioni sul palcoscenico. Ancora richiami alla lontana patria dei loro avi con la versione di "Bald Headed Woman" di Shel Talmy, grande produttore di gruppi come Kinks e Who (che pure avevano questo brano in repertorio) mentre un'arrabbiata cover della dylaniana "On the road again" completa il primo omonimo album assieme a trascinanti pezzi originali come l'aggressivo blues garage di "Hobo Man".
Questa ristampa in compact disc comprende anche l'EP "Links Unchained" con una grande versione incendiaria di "I'll go Crazy"di James Brown e una stupenda "Don't give me no pression" che improvvisamente si trasforma in un maelstrom di feedback rumoristico.
Inoltre contiene l'unico singolo della prima line up e alcune unreleased studio tracks della stessa originariamente perduti. Testimoniano la tendenza ad abbracciare il british beat ("All I want" è puro Animals) che sarà poi violentato dalla seconda incarnazione garage dei Missing Links.
Che sono durati appena un paio d'anni prima di sfaldarsi, con il bravo chitarrista Doug Ford che proseguirà negli altrettanto validi "cugini" Master's Apprentice, la sezione ritmica che rifonda gli Showmen e il tastierista Chris Gray che si perde in storie di droga.
E il selvaggio front man Andy James? Con il vero nome Andy Anderson, diventerà un famoso attore protagonista di parecchie TV series australiane. Incredibile vederlo cantare da stagionato crooner per un pubblico di attempate signore in delirio!
Indubbiamente con il suo motherfucker!!!.... ancora oggi il coetaneo Iggy è un'altra cosa.
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