Avete presente "Pumpkin Soup", la canzone che vi ha fatto conoscere Kate Nash? Sì quella che passano ogni 5 secondi in radio che fa circa "I just want your kiss boy, kiss boy, kiss boy....". Bene. Cancellatela dalla vostra mente. Perchè? Perchè vi aspetta ben altro in questo mitico viaggio che si allontana del tutto dalle frontiere del pop e si avvicina sempre di più alle frontiere della musica alternativa, dell'indie pop e del pop acustico.

Il cd si apre con un'intro "Play" che introduce quasi tutti gli strumenti presenti nell'album mentre lei ripete forsennatamente la stessa frase per quasi 2 minuti. Ed ecco che inizia "Foundations", una delle track migliori di tutto l'album nonchè il singolo che l'ha fatta diventare una vera star in Uk facendola rimanere ben 10 settimane nella top 5. La musica inizia a trasportarvi in un pianeta sconosciuto, fatto di parolacce usate elegantemente ed un inconfondibile accento britannico che non canta, ma racconta vere e proprie storie. Poi inizia "Mouthwash", altra canzone originalissima già programmata per essere un singolo, con un veloce e martellante assolo di pianoforte. Avete capito di già di aver scelto il cd giusto. Ed il cd scorre con una marea di note, di suoni sconosciuti, di canzoni che davvero non vi capiterà di ritrovare in ogni prossimo cd che comprerete. Ecco ora la strana "D**khead" fatta di "mmmh", schioccare di dita, suoni computerizzati e veloci e piccanti violini stile disco anni '70/'80. Poi ecco arrivare la storia d'amore di due giovani casinari che si godono una vita con pochi soldi in tasca ma tanta passione nell'anima con "Birds", il ritmo stile "Tutti Assieme Appassionatamente" di "We Get On", la mitica "Mariella" che di strofa in strofa si avvelocizza arrivando alla fine con un frenetico sbattere di piatti quasi ci fosse un bambino occupato a sbattere i mestoli su delle pentole e a ticchettare sui tasti del pianoforte. E poi "S**t Song" con un sottofondo simile a quello dei peggiori karaoke da bar, ma dal ritmo accattivante ed irresistibile. Seguono la già citata "Pumpkin Soup", che però, arrivati a questo punto dell'album, guarderete con un occhio totalmente diverso e la magnifica "Skeleton Song" accompagnata da un semplice accordo di pianoforte ripetuto perpetuamente e da un melodioso violino. Arriva poi "Nicest Thing", l'unico lento del cd, con degli accordi che riportano vagamente alle migliori sonorità rock. Il tutto si chiude in bellezza con una vivace "Merry Happy" dal ritornello cantato da dei simpatici "dududududadudu". Ed arrivati alla fine vi dite che è un vero peccato che sia già finito questo grande cd

Che dire? Davvero un bellissimo cd d'esordio, senz'altro. Non una canzone sotto la media, tutte potrebbero uscire come singolo ed arrivare a posizioni alte. Grande Kate.

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