La canzone più bella di questo disco l'ho sentita un pomeriggio alla radio. Una voce da Lady Holiday che ha mangiato una fisherman e una batteria anche un po' spazzolata, un ritmo jazzato strozzato.
È finito troppo presto, l'avrei ascoltato per ore. Per fortuna per una volta alla fine hanno detto il titolo: Mad Tom Of Bedlam - Jolie Holland!
Questa canzone è bastata a farmi prendere il cd, tutto il resto è in più, ho pensato, regalato.
Poi ho scoperto che quella canzone non l'ha scritta Jolie Holland e che il resto non è proprio come questo pezzo, gli manca forse quella vena di follia e di improvvisazione strampalata. Però è bello lo stesso - anche se - spazia fra le radici della musica americana più tradizionale, ma quella così antica da essere stata di recente riscoperta da molti giovani musicisti. La chiamano Prewar folk explosion, e fra i pionieri ci sono anche Devendra Banhart, Joanna Newson e Langhorne Slim, solo per citarne alcuni.
Musica per stare seduti sulla veranda più a lungo del necessario, con la porta di casa aperta per far entrare solo un pezzo di cielo stellato (il cielo enorme del texas lombardo) pensando a come far quadrare i conti del bilocale ranch (quest'anno c'è stata una moria di vacche...).
O per tirare fuori la vecchia salopette di jeans e starsene a guardare il tramonto e il barcone 92 barrato che scorre lento sul fiume della circonvallazione interna, ukulele, piedi nudi e un samurai fra i denti.
O per ciondolare con qualcosa on the rocks in mano nel sempre meno fumoso Scimmie Cotton Club del naviglio ruggente, mini di satin, una gardenia e una sad song fra i capelli.
Even citygirls get the blues?
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