Esordio uscito quest'anno per i Deep Inside, quartetto proveniente dalla Turchia (più precisamente da Ankara) che propone un Doom-metal lento e scarno.
La prima "Fade Away" fa capire immediatamente il genere che abbiamo di fronte; più particolare la title-track con i suoi iniziali arpeggi soffusi e la sussurrata "Tring Flames" che sembra non iniziare mai, ma si trasforma poi nella traccia più veloce dell'intero disco e, secondo me, nella più completa. Molto bello anche l'intro della terza "Unknown Cause" dove una pioggia fa da sottofondo ad un malinconico arpeggio di chitarra e la voce si presenta per la prima volta in clean e, secondo me, si fa apprezzare meglio che in precedenza anche nel proseguo della traccia, che alterna sfuriate thrash a pause con tanto di flauto.
In "Created Hell" il duo Cafer-Okutan si fa apprezzare per il buon intreccio di chitarre potenti e melodiche, mentre non è all'altezza il drumming di Yucel oscurato dagli altri strumenti in alcuni passaggi. Convincente "Daydream", nella quale si scorgono influenze degli Anathema, e pure "Judas Kiss" che conclude questo "Dark Again" con le sue flebili e lentissime melodie che scompaiono lasciando spazio ad un finale straziante e pesantissimo.
Le canzoni sono tutte sui 7-8 minuti, e si mantengono comunque su di un buon livello senza scadere mai nella monotonia, anche se alcune tracce talvolta sono un po' ripetitive, ad esempio "Deadlife".
Secondo me comunque un buon disco d'esordio, che fa ben sperare per il lavoro successivo, magari con qualche accelerazione in più e con un'impostazione vocale più convincente nel growl del cantante e bassista Alpago Aydin.
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