Dalla fredda Islanda, e precisamente da Bessastadahreppur, arrivano i Curse, quartetto che propone un black-metal mai banale e con abbondanti riferimenti alla mitologia nordica. Attivi dal 1995, questo "Dead Sun Rise" uscito nel 2002 consta di 8 tracce per una durata che sfiora i 60 minuti.

La risacca di un mare calmo accarezzata da un'arpeggio di chitarra introduce la title-track, cavalcata di quasi 10 minuti variegata nei tempi e nelle cadenze, dove si fanno apprezzare le iniziali parti organistiche.

Graffiante la chitarra di Faun con tipiche sonorità black-metal, anche se qui ci muoviamo in tempi mai frenetici e molte tracce sono impreziosite da passaggi tastieristici particolari, come "Where No Beauty Dwells" spezzata da un intermezzo di pianoforte.

"Imprisoned By Fear" è uno degli episodi più veloci del disco ed offre melodie thrash, mentre "In Dream Of Ancient Times" è un delizioso magma di tastiere dove si imprigionano chitarra e spunti elettronici fondendosi tra loro.

Si continua così, sempre altalenati fra brani violenti come "Perish In Blood", "Pass In Silence" e passaggi lenti come "The Darkly Shining Moon" (brano doom stupendo) senza mai stufarsi.

La voce di Eldun (cantante e tastierista) è forse la nota più classica di un album che stupisce per la sua ecletticità in ambito black: un growl sofferto e ben strutturato che non sovrasta mai la musica ma che non rappresenta certo una novità.

Un disco molto bello ed originale, oltre che ben registrato, che colpisce soprattutto per le atmosfere cupe che sanno creare i Curse.

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