Ehm... cioè non che io sia molto rigoroso nelle etichettature musicali, ma definire un genere mi sembra doveroso quando si arriva alla De-Schermata coi quadratini da spuntare. Ebbene, girovagando per vari siti, il disco in questione viene definito come "Progressive Sludge", "Metal/Post Hardcore", "Experimental", "Other", sino ad arrivare al loro MioSpazio dove addirittura scrivono (forse in preda ad un alterazione dello stato di coscienza) "Punk". LastFM poi, per non sbagliare, li etichetta come "Post-Rock", "Post-Metal", "Post-Hardcore"; E "Post-Fiss" no, che con questa crisi ce n‘è bisogno? Mah.

Nati nel 2005 dalle ceneri degli In.Stora, i Tesa giungono alla pubblicazione di questo primo full-lenght dopo 1 demo e 2 Ep, e dimostrano inequivocabilmente di sapere il mestiere.

Uscito nel febbraio del 2008, questo "HeartBeatsFromTheSky" ha proprio un titolo onomatopeico: il disco infatti è un blocco compatto, una valanga di suono che sovrasta con il suo lento incedere; 32 minuti di slavina sonora.

Distorsioni che risucchiano l'atmosfera e una voce che tenta di emergere ma che rimane un urlo straziante in sottofondo, questo è il primo episodio del disco, che poi improvvisamente rallenta ancora disperdendo le note per introdurre "II" dove è sempre l'accordatura sporca a farla da padrona.

Si prosegue fra sonorità che ammiccano allo stoner ma che vengono dilaniate dagli effetti e da repentine pause nelle quali spuntano arpeggi languidi o da tracce strumentali adagiate su ritmi morbidi (ad esempio la parte iniziale di "IV").

Non ci sono titoli, le tracce sono numerate semplicemente da "I" a "VI", rispecchiando la sobrietà quasi anonima della copertina grigio-oppressione, dove il titolo si scorge a malapena fra le pennellate plumbee e più che il nome del disco sembra l'esame di un oculista psicotico.

Un album buono e concreto per questo terzetto proveniente dalla Lettonia, fatto di atmosfere ossessive e particolari sonorità distorte.

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