Un buon primo disco. Bello come "esordio".
C' era tutta la speranza che poi... finisse così, ed invece nel 1999, con la line-up stravolta, ben 6 anni dopo questo "Embedded" ecco uscire un secondo lavoro, che non aggiunge nulla e porta allo scioglimento della band.
Ma andiamo con ordine. I Meathook Seed sono un side-project di Mitch Harris, chitarrista dei Napalm Death, coadiuvato dal sempre ottimo (a tutt' oggi) drummer Donald Tardy e dal chitarrista Trevor Peres, ambedue degli Obituary, anche se quest' ultimo abbandona però le sei corde per cimentarsi dietro al microfono.
Il risultato è un piccolo gioiellino, un disco lontano anni luce sia dai ritmi frenetici e spaventosi dei Napalm Death che dal classico Death Metal proposto dagli Obituary, ma che offre sonorità soffocate ed opprimenti che si fanno strada tra elettronica ed un cupo industrial.
Gli effetti e le distorsioni permeano molte canzoni del disco, sia musicalmente che a livello vocale, tanto che riescono quasi a trasformare Trevor in un cantante a tutti gli effetti. Quasi eh...
L' opener Famine Sector è una delle tracce migliori dell' album, insieme alla cadenzata "Forgive", a "Day Of Conceiving" col ritornello intrappolato in un vortice rumoristico ed alla paranoica "Cling To An Image". Ci sono dei riempitivi come l' anonima "A Wilted Remnant" o la strumentale title-track, ma in generale il disco scorre piacevolm... ehm... ‘struggevolmente‘, ecco.
Chiude la bellissima "Sea Of Tranquillity" un magma sonoro di campionamenti (scelti da Shane Embury, altro Napalm Death, e tale Steve Guney che se qualcuno mi dice chi è stiamo prima) , sospiri, drum-machine e chitarre imprigionate in oscure distorsioni, con un finale apocalittico dove le percussioni lasciano spazio solo ad un organo in sottofondo.
Che dire, Mitch ha poi voluto strafare, ma la parola 'fine' (Nailbomb docet) era secondo me d' obbligo dopo "Embedded".
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