I Comets On Fire sono un quintetto proveniente da Sacramento, uno degli ultimi baluardi del movimento hippie e fucina della prima ondata psichedelica made in USA. Il loro è un sound unico, che spazia dall'hard rock alla psichedelia, misti a distorsioni acide, effetti "spaziali" e accelerazioni free-jazz. Un vero e proprio percorso di destrutturazione del rock che, già nel primo album omonimo e nel successivo e bellissimo "Field Recordings From The Sun", aveva contribuito alla creazione di uno stile unico e inimitabile.

Nel 2004 i nostri passano alla Subpop, e il risultato è questo "Blue Cathedral". Il gruppo sembra mettere volutamente da parte le sperimentazioni rumoristiche del passato, per far posto ad atmosfere zappiane, puntate progressive alla Pink Floyd e King Crimson e divagazioni folk, senza, tuttavia, perdere il proprio spirito originale. Nelle 8 tracce del disco troviamo, infatti, sia momenti complessi e frenetici, come l'iniziale "The Bee And The Cracking Egg" e "Whiskey River", ma anche più pacati, nel caso di "Organs" e della conclusiva "Blue Tomb", forse il vero capolavoro dell'album: 10 minuti di puro "noise-rock psichedelico", accompagnati dal rumore delle chitarre e dagli echi e riverberi della voce "lisergica" di Ethan Miller, davvero stupendi.

Con questo disco, insomma, la band californiana non delude le aspettative dei precedenti lavori, ma, anzi, presentando sonorità più varie e ben amalgamate, sembra compiere un passo in avanti verso la totale destrutturazione sonora, verso la maturazione definitiva del loro stile che, con questo "Blue Cathedral", può considerarsi definitivamente completata. Da avere.

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