Nel 1992, reduci dall'ottimo debutto "Shadows of the Past" dell'anno precedente, i Sentenced erano stanchi di essere considerati, e di sentirsi anche, come semplici cloni dei Death di "Leprosy", e stimolati dal grande fermento che c'era in quegli anni nel movimento death e dall'ascolto degli ultimi album di Atheist e Nocturnus, dai Bathory e da "Soulside Journey" dei Darkthrone, ma anche da gruppi come Primus e Faith No More, decisero che era giunto il momento di evolvere la loro musica per creare qualcosa di più innovativo e personale.
Il primo cambiamento avvenne con la decisione del chitarrista Miika Tenkula di abbandonare il ruolo di growler per potersi concentrare sul suo strumento e perché stufo di cantare dal vivo. Il passaggio di mano del microfono avvenne durante un concerto quando venne chiesto a Mika Luttinen, cantante dei compagni di tour ed amici Impaled Nazarene, di occuparsi delle vocals, ma quest'ultimo non riuscì a portare a termine il favore in quanto non conosceva i testi, ma soprattutto perché era decisamente ubriaco, allora dopo un paio di canzoni Taneli Jarva decise di prendere in mano la situazione e divenne il nuovo cantante della band (ruolo che non abbandonerà più fino alla sua uscita dal gruppo nel 1995).
Potendosi finalmente concentrare solo sulla chitarra Tenkula, principale compositore del gruppo, creò un suono che alternava momenti dinamici vicini al techno death, che in quel periodo viveva il suo momento di gloria, ad altri più lenti ed atmosferici, grazie anche all'uso di chitarre acustiche e tastiere, molto evocativi ed in grado di ricreare nella mente dell'ascoltatore i gelidi paesaggi nordici descritti nei testi (su tutti quello di "Northern Lights" riguardo alla bellezza dell'aurora boreale) che trattano del rapporto tra l'uomo e la natura rigida dell'inverno finlandese, dell'antica vita pagana (che all'epoca non era un tema super abusato come al giorno d'oggi) ed anche del Kalevala, il poema epico della loro nazione. A distanziare ulteriormente il sound dal death old school contribuiva la scomparsa delle influenze doom che rendevano più catacombale il disco d'esordio, ma soprattutto lo screaming di Jarva simile a quello dei tipici cantanti melo death come Stanne e Fridén, che creava atmosfere più vicine a quelle dei gruppi black; questa differenza si può constatare ascoltando una versione di "Wings" tratta dal demo "Journey to Pohjola" e presente nella ristampa del 2008 dove a cantare è ancora Tenkula.
Il risultato finale degli sforzi dei quattro finlandesi è un album compatto di otto tracce che si ascolta tutto d'un fiato, figlio di un'epoca ben precisa in cui il death metal era in cerca di nuove direzioni e maniere di esprimersi, partorito da una band in continua evoluzione che avrebbe di nuovo cambiato pelle già dal successivo "Amok", avvicinandosi di più all'heavy classico, e poi definitivamente con la svolta gothic per cui sono ricordati. Un album che stando alle parole di Jarva esprime una "strana purezza" che si può raggiungere soltanto una volta nella vita.
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