Progetto giunto ormai alla sesta fatica in studio, i Six Organs of Admittance sono fondamentalmente la creatura di tale Ben Chasny, in questa occasione accompagnato dal batterista jazz Chris Corsano. Personaggio atipico Ben Chasny, al contempo furioso e allucinato chitarrista degli ultrasonici Comets on Fire, e bucolico songwriter folk psichedelico in questi Six Organs.
Proprio questa sua duplicità musicale, quasi da Dott.Jekyll e Mr.Hyde, mi ha affascinato e fatto avvicinare all'opera dei Six Organs, e, alquanto tardivamente, alla musica folk in generale, presente e passata.

E difatti, a meno di una madornale cantonata da parte del mio apparato uditivo, i Six Organs fanno folk. Ma attenzione, profusione di fingerpicking a parte, qui di folk canonico non se ne trova molto, e quando se ne scorgono le tracce, è spesso sepolto sotto coltri di feedback e percussioni al limite del rumorismo. Il buon Ben sembra snobbare il cantato, centellinato in poche tracce, preferendo interventi vocali simili a ipnotici mantra.
Esemplificativa in questo senso Saint Cloud, canzone impreziosita da una chitarra slide nell'intro, poi interrotta da un feedback di organo e condotta da una sussurro ipnotico-ossessivo. Su tale falsariga si muove l'intero disco: Procession of Cherry Blossom Spirits, pezzo strumentale con feedback di chitarra in sottofondo, l'iniziale Eight Cognition/All You've Left, introdotta da quasi due minuti di percussioni impazzite o l'estasiata Home, chitarra distorta e voce trasognata.

Ma l'apice e ragione primaria di ascolto del disco, rimane la titletrack, mastodontico folk strumentale di 13 min., dalla progressione lenta e mesmerica, con un arpeggio in loop, su cui si insinuano via via improvvisazioni di batteria jazzata e chitarra distorta di reminiscenza Comets on Fire.
Raggiunto l'apogeo, con maestrale flemma tutto viene ricondotto per sottrazione allo scarno arpeggio iniziale, lasciando l'ipnotizzato ascoltatore a vagare in una zona della mente altra e aliena.
Fortunatamente il nuovo folk non è solo Devendra Banhart.

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